Biella
Carlo Casanova è morto tra le braccia del padre a 42 anni
La famiglia aveva gestito per molti anni un’agenzia assicurativa all’angolo tra via Losana e via Mazzini

Ha smesso di battere a soli 42 anni il cuore di Carlo Casanova, giovane uomo molto conosciuto in città. Nonostante la tragedia sia avvenuta a Venezia, infatti, la notizia ha sconvolto il Biellese, dove Carlo era cresciuto e aveva vissuto fino a pochi anni fa insieme alla famiglia, altrettanto nota.
Carlo Casanova morto tra le braccia del padre dopo un attacco di cuore
Il papà Armando era un apprezzato assicuratore di Biella, gestiva un’agenzia all’angolo tra via Losana e via Mazzini insieme ad Andrea Pella. È stato proprio Armando a sentire il figlio chiedere aiuto dalla sua stanza. L’uomo si è precipitato da lui e lo ha trovato esanime. Lo ha soccorso e ha chiamato il 118, ma purtroppo non c’è stato niente da fare: Carlo è spirato tra le sue braccia a causa di un arresto cardiaco. La tragedia risale a circa due settimane fa, è successo intorno alle 5 del mattino al Lido di Venezia dove Carlo Casanova, che in passato aveva lavorato come broker assicurativo seguendo le orme paterne, viveva insieme ai genitori.
Dopo una vita a Biella, la famiglia si era trasferita da qualche anno a Venezia
Venezia era infatti la città natale della madre, Flavia Castagna. Lei e Armando – padre originario di Roma ma trasferitosi a Biella per lavoro -, si erano conosciuti lì ai tempi dell’università. Si erano sposati, erano divenuti genitori di Carlo ed erano tornati a vivere a Biella, dove avevano avviato l’agenzia. Poi, sei o sette anni fa, la decisione di coronare un sogno e trasferirsi in laguna, dove li aveva seguiti anche il figlio.
Carlo era molto conosciuto in città. Qui aveva trascorso l’infanzia, l’adolescenza e la giovinezza, frequentando il liceo all’istituto Santa Caterina per poi iscriversi all’Università di Torino.
“Aveva il cuore grande, per me era come un fratello minore”
«Per me era come un fratello minore – lo ricorda Andrea Pella -. Aveva il cuore grande, era molto sensibile e attento all’ambiente quando ancora non eravamo così consapevoli di quanto sia importante. Ricordo che già all’epoca, per fare un esempio del ragazzo che era, se fumava una sigaretta su una panchina, si preoccupava di avere sempre con sé un contenitore per la cenere… per non sporcare né inquinare. Aveva tante passioni, amava le biciclette e soprattutto gli skate board».
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L’ultimo saluto a Venezia
Nei giorni scorsi familiari e amici gli hanno detto addio a Venezia. La chiesa di Santa Maria Elisabetta era gremita di gente. Tra i presenti, anche il presidente della municipalità del Lido, Emilio Guberti, che, come riporta Il Gazzettino, “ha ricordato, con commozione, l’impegno e la dedizione del giovane Carlo, ma anche il suo legame personale di amicizia con il padre Armando e tutta la famiglia Casanova”.
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