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Cronaca

Addio a Gian Carlo Annovati: “Aveva visione e coraggio”

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Gian Carlo Annovati:

Il segretario regionale del Pd, Paolo Furia, ricorda Gian Carlo Annovati, sopravvissuto al campo di concentramento di Dachau ed ex dirigente della Democrazia Cristiana, tra i padri del Partito democratico biellese. E’ scomparso nei giorni scorsi a 92 anni. Riceviamo e pubblichiamo.

Ieri mattina, ad Andorno Micca, abbiamo celebrato il funerale di Giancarlo Annovati.

Classe 1927, noto per aver fatto da Dachau alla patria Italia a piedi durante la liberazione, già per due legislature vicesindaco della Democrazia Cristiana, passato poi alla Margherita e infine al Partito Democratico, di cui è stato il primo coordinatore di circolo nel 2007 per gestire una non facile transizione.

Le mie memorie di Giancarlo risalgono a quando quel circolo del PD, a cui sono tuttora iscritto, fu fondato, intorno all’esperienza contemporanea dei sindaci più giovani, Ruggero Gatti, e poi Stefano Aldrisi. Annovati, amministratore democristiano, con Fanny Malavasi, già sindaca comunista di Andorno, insieme hanno dato vita al Partito Democratico locale, e lo hanno fatto per noi, perché non hanno mai smesso di credere nel futuro, perché non hanno mai abbandonato le loro valli e i loro sogni, perché hanno lottato contro il declino industriale e infrastrutturale fino all’ultimo giorno. Si sono incontrati, anche se lei comunista e lui democristiano, in una casa comune, quella democratica, perché noi la potessimo abitare nel ventunesimo secolo.

Ora che né Fanny né Giancarlo ci sono più, sento ancora più intensamente la necessità che nuove generazioni raccolgano il testimone, tanto nella vita della valle quanto di quella del partito.

Lungo la valle del Cervo si è sedimentata nel corso dei secoli una storia intensa e ricchissima, che la attuale crisi economica e vocazionale e le difficoltà istituzionali rischiano di oscurare. Anche nel presente, Giancarlo aveva visione e coraggio. Raramente ho sentito, in valle, difendere le ragioni della fusione dei comuni (per avviare un processo simile a quello di Valdilana) con altrettanta veemenza di quella che ci metteva lui. E quanto alla carenza endemica di infrastrutture, la sua tesi è sempre stata che fosse necessario liberare il passaggio dalla Valle Cervo alla Valle d’Aosta, per rendere Biella un polo logistico che oggi per evidenti ragioni morfologiche non può essere.

Mentre sulla questione della fusione gli ho sempre dato ragione, sul collegamento con la Valle d’Aosta ho sempre pensato che la sua idea fosse troppo audace. Ma chi lo sa? Forse tra i due il più sognatore, nonostante i 61 anni di differenza anagrafica, era lui.

Paolo Furia,
segretario regionale PD Biellese

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