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Cronaca

Abusi su un minore: «Famiglia amareggiata dal verdetto finale»

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Abusi su un minore: «Famiglia amareggiata dal verdetto finale»

Continua a far discutere la sentenza che ha assolto un uomo accusato di un reato sessuale perchè ritenuto incapace

Sono quei casi giudiziari destinati a scatenare infinite polemiche, rabbia e anche odio. Un uomo di 54 anni accusato di violenza sessuale nei confronti di un quattordicenne è stato assolto, non per non aver commesso il fatto – che è in effetti è realmente accaduto come dimostrato in fase investigativa e processuale – ma perchè è stato ritenuto totalmente incapace di intendere e volere. Da qui, come prevedono le norme del codice penale, la sentenza di assoluzione emessa nei giorni scorsi dal Giudice delle indagini preliminari di Biella.
I fatti risalgono al 2017. In una chiesa di Cossato l’uomo aiuta il parroco nelle piccole mansioni quotidiane. Il suo handicap psichico è conosciuto, è evidente a tutti tanto che la comunità gli ha anche affibbiato un soprannome scherzoso, di quelli che non sottintendono malvagità ma piuttosto simpatia. Fino a quel momento il suo comportamento non ha mai dato adito a lamentele anche se dopo l’episodio incriminato le voci – ma di solo voci si tratta senza alcun riscontro concreto – circa altri episodi si sono fatti insistenti.
Ritornando a quel giorno di due anni fa, un ragazzino di 14 si reca in chiesa per pregare. Incontrato il 54enne che già conosce e di cui si fida, con una scusa viene invitato all’interno del confessionale. Qui l’uomo si trasforma, non è più quello che tutti fino a quel momento hanno conosciuto. Il ragazzino è costretto a subire un rapporto orale e se la situazione non peggiora ulteriormente è solo perchè la vittima riesce a scappare fuori dalla chiesa dopo poco viene trovato piangente e disperato. Poi la successiva denuncia, le indagini condotte dalla Polizia giudiziaria guidate dal luogotenente Tindaro Gullo e il processo conclusosi con l’assoluzione per infermità mentale.
«Ovviamente – afferma Lucia Acconci (nella foto), avvocato della famiglia – la sentenza ha lasciato molto amareggiati i genitori del ragazzo che davanti alla veridicità delle accuse si aspettavano una misura di prevenzione che invece non c’è stata».
Sulle limitate capacità psichiche dell’imputato lo stesso avvocato non ha dubbi. «Che il soggetto evidenzi un disagio psichico – continua il legale – è evidente e da sempre tutti ne erano a conoscenza. Quello sul quale non siamo d’accordo è la circostanza che secondo la perizia del dottor Daniele Barone l’uomo non terrà in futuro simili comportamenti, non ripeterà certe azioni. Questa è una certezza che non condividiamo nel modo più assoluto. Ecco perchè anche con tutta l’umana comprensione nei confronti di una persona con evidenti problemi speravamo in una misura adeguata».
Archiviata la sentenza, così com’è accadeva in passato l’uomo continuerà dunque a essere sottoposto alle cure del caso presso il Centro d’igiene mentale nella speranza che non possa ripetere il gesto di due anni fa. Abbiamo utilizzato il termine “speranza” perchè in questi casi certezze purtroppo, non esistono.
Ovviamente dopo l’episodio di due anni fa, il 54enne è stato allontanato dalla parrocchia e oggi non frequenta più posti riservati a bambini e giovani.

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