Attualità
Rimasto da mesi senza una casa e un lavoro, dorme alla stazione ferroviaria a Cossato
L’uomo, 52 anni, è disoccupato e soffre di gravi problemi di salute: «Ho bisogno d’aiuto».
COSSATO – Da giorni dorme alla stazione ferroviaria di Cossato. E.M., 52 anni, è originario della città, ma ha la residenza a Bioglio.
«Sono nove mesi che sto in mezzo alla strada – racconta l’uomo -. Prima almeno avevo una macchina, dormivo in quella, poi mi è stata portata via. Da nove giorni dormo alla stazione. Ho bisogno di aiuto, ma non voglio apparire. Mi vergogno. Già a parlare della mia storia, sto male. Ho problemi di salute. Ho bisogno di iniezioni di insulina quattro volte al giorno e prendo sei pastiglie, perché sono cardiopatico. Sono invalido al 67%».
«Ho spiegato la mia situazione alle Amministrazioni di Bioglio e di Cossato – continua – e ho parlato con le associazioni e le parrocchie, ma non ho risolto nulla. Mi hanno proposto il dormitorio, ma lì al mattino devi uscire comunque. Non ho voluto. In questi anni ho vissuto un po’ da mio fratello e dagli amici. Ho poi avuto un incidente in moto e mi ritrovo con dodici viti e diverse placche in una gamba. Uscito dall’ospedale, sono stato ricoverato in una casa di riposo per qualche mese. Ho dovuto tenere un tutore per novanta giorni».
L’uomo dice di essere iscritto all’ufficio di collocamento: «Mi trovo nelle categorie protette, ma nessuno mai mi ha chiamato neanche una volta. Capisco… per la mia salute».
Si era attivata una persona, come riferisce ancora, che gli aveva proposto una casa a Cossato: «Aveva finestre senza vetri e il bagno era inutilizzabile. Anche se gratis, non potevo abitarci. Ma io voglio pagare l’affitto. Da due mesi ho un reddito di cittadinanza, soltanto che non è considerato una garanzia. Se avessi un lavoro, la casa me la cercherei da solo. Sono stufo. Bisogna trovarsi nella situazione per capire.
«Cammino tutto il giorno per far venire mezzanotte – prosegue -, in attesa che chiuda il bar vicino alla stazione e poi mi corico per terra, ma ho paura… che mi succeda qualcosa. E mi vergogno. Non pensavo che nella vita mi sarei ritrovato così. Ho sofferto da bambino, ora pure da adulto. Con questa situazione non ho potuto neanche fare la fisioterapia alla gamba, che mi fa male. Cerco aiuto, intanto voglio mettere da parte i soldi per il funerale, non voglio pesare su nessuno».
Sentito Stefano Ceffa, sindaco di Bioglio e presidente del consorzio socio assistenziale Cissabo a Cossato, spiega quali sono le modalità previste dal sistema per aiutare quando non si possiede una dimora: «Innanzitutto conosciamo la situazione. Questa persona ha sempre chiesto di essere spostata a Cossato. L’Assistenza sociale ha proposto i propri percorsi. La prima accoglienza di un adulto passa per il dormitorio, in cui viene garantito un servizio minimo, con pranzo e cena, che non dico dia agio, ma è meglio che dormire per strada. Si può poi procedere per altre soluzioni, ma alla prima accoglienza per ora non è arrivato. Se attualmente dispone di un reddito e ritiene che ci sia il presupposto per condividere un progetto, può rivolgersi allo Sportello Casa, sempre dell’assistenza sociale, e verificare quale abitazioni in locazione siano disponibili. Appoggiarsi allo sportello dà comunque una sorta di garanzia, alternativa al cercare da solo un alloggio. È chiaro che a Cossato gli affitti sono diversi da quelli dei piccoli paesi».
L’intervento di Auser Cossato non si è fatto attendere
“Dopo aver letto in un giornale locale, che una persona dorme da un po’ di giorni nella sala d’aspetto del Movicentro di Cossato, – spiega Marco Abate sulla sua pagina Facebook – i volontari di Auser Cossato, si sono attivati poco fa, e sono andati a trovare la persona, gli abbiamo parlato, per capire come mai si e’ giunti a questo punto”.
“Abbiamo avvisato il Sindaco del paese dove e’ residente, che era gia’ al corrente della situazione, e aveva gia’ cercato delle soluzioni, che per il momento non hanno avuto esito positivo – continua Abate -. Abbiamo anche avvisato per conoscenza il Sindaco di Cossato.
Gli abbiamo portato una coperta e poco altro, e gli abbiamo anche assicurato che parleremo con chi di dovere, per cercare una soluzione umana e possibile”.
“Speriamo che al piu’ presto si trovi una soluzione. E’ un po’ poco quello che abbiamo fatto, ma abbiamo sentito l’obbligo di intervenire, la vicinanza alle persone in difficolta’, e’ un obbligo – e così conclude – ….ed e’ ancor piu’ obbligatorio trovare una soluzione, in modo urgente”.
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