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Occhieppo Superiore: animale supera il recinto e sbrana sei capre

L’allevatore: «Così non possiamo più andare avanti. Gli animali erano chiusi all’interno , pensavo che fossero al sicuro».

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OCCHIEPPO SUPERIORE -«La vita in alpeggio è diventata sempre più difficile a causa della presenza dei predatori, che siano lupi o canidi. E’ una battaglia continua che però a causa della proliferazione dei predatori, è senza speranze se non verranno prese misure adeguate. Per non parlare poi dei cinghiali che devastano i pochi prati rimasti».

Le parole sono quelle di un sconsolato allevatore che recatosi in alpeggio nel territorio in località Pantalione, nei pressi del centro abitato di Occhieppo Superiore ha avuto l’amara sorpresa di vedere sei delle sue capre vittime di un’incursione dei lupi.
«Gli animali erano chiusi all’interno di un recinto, come sempre. Pensavo che fossero al sicuro – continua la testimonianza – ma così non è stato. Il lupo ha superato la protezione e ha fatto una strage».

All’appello dell’allevatore mancano anche due mucche che nel corso dell’estate scorsa sono scomparse, non hanno fatto più rientro: «Probabilmente vittime anche loro dei predatori».

Sull’episodio da segnalare il commento del presidente di Federcaccia, Guido Della Rovere che da sempre chiede un piano di contenimento dei predatori: «Questa notte la strage si è perpetrata proprio lì ad Occhieppo Superiore, a pochi metri dalla cascina “La Masca” della famiglia Bettin, vittima nei mesi scorsi di devastazione da parte del lupo, a pochi metri dall’abitato, a pochi metri dalla vita civile di ogni giorno di un tranquillo paese di colina. I saccenti, i competenti, i soloni, i lupologi e gli animalisti diranno che si tratterà di un cane inselvatichito, di un branco di cani abbandonati o idiozie varie. Sta di fatto che ha scavalcato la recinzione, ucciso sei capre e se l’è mangiate. Poco importa se sia un lupo al 100% o un incrocio. E vi assicuro che, mentre mi raccontava l’accaduto, gli occhi gli brillavano umidi per le lacrime. Si chiedeva perché. Si chiedeva perchè questi “eroi” sono lasciati soli con i loro danni e le loro battaglie per sopravvivere».

«Questi “eroi” – prosegue Dellarovere parlando degli allevatori – lasciati soli prima o poi abbandoneranno la loro attività, le montagne, le colline, saranno lasciati a sé stessi, abbandonati. E poi piangeremo per i disastri causati dall’incuria, piangeremo perché ci saranno eventi calamitosi, e accuseremo la politica di turno di non aver fatto nulla per arrestare l’abbandono della montagna. Ebbene, è ora di ricordare Ezechiele come conosciuto nella favola di cappuccetto rosso, è ora che si prendano finalmente delle decisioni importanti come hanno fatto negli altri paesi europei e si dia, una volta per tutte, un chiaro indirizzo di contenimento di questo animale che già i nostri vecchi combattevano per limitarne i danni e per poter vivere serenamente l’attività della pastorizia. Siamo già in ritardo, non perdiamo altro tempo».

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