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Sergio Di Bella: «Non esistono alternative alla vaccinazione anti-Covid»

La dichiarazione del segretario provinciale dei medici di Medicina generale

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BIELLA – A partire dal 6 agosto la “green pass” diventa realtà. Verrà richiesta per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi e competizioni sportive, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni e congressi.

Ma il punto cruciale resta ancora il vaccino: è necessario vaccinarsi? E’ un rischio? Le teorie sono tante ed in molti casi del tutto contrastanti:

«Ognuno dice la sua – spiega il dottor Sergio Di Bella, segretario provinciale FIMMG di Biella -. E la popolazione è giustamente estremamente confusa, e si muove in orine sparso commettendo purtroppo spesso errori».

Si parla spesso di test sierologico. Secondo lei, ha un senso effettuarlo?
«Ad oggi la scienza non può esprimere un comportamento sulla vaccinazione basato su un test sierologico. Quindi inutile farlo. Chi dice il contrario, alla data di oggi, non segue la scienza basata sulle prove».

Quali sono secondo lei gli altri errori che la popolazione commette pensando al vaccino?
«Un altro errore: credere che il rischio della vaccinazione sia superiore al rischio della malattia. Allo stato attuale i dati mostrano che non c’è paragone tra il rischio di effetti collaterali e il grave rischio legato all’infettarsi. All’infezione consegue la morte o menomazioni gravi permanenti, specie in pazienti predisposti per età o altre malattie, ma non solo. Personalmente ho pazienti che hanno subìto lesioni cerebrali della sfera della memoria, perdita della funzione motoria di uno o più arti, perdita della funzione di gran parte dei polmoni. Ho diversi pazienti di 40-50 anni che dopo anche 9 mesi non riescono ad arrivare a fine giornata per affaticamento spossatezza e difficoltà respiratorie. Ultimo errore: credere che se si vaccinano gli altri io sarò protetto. Questo succederà solo raggiunta l’immunità di comunità, da cui ora siamo troppo lontani. Al momento l’unica certezza è che chi non si vaccina sarà infettato. è solo questione di tempo direi di settimane».

L’anno scorso in estate sono crollati i casi senza il vaccino. Quindi adesso che bisogno c’é di vaccinarsi ?
«C’è che quest’anno non sta riducendosi la circolazione del virus estiva. Abbiamo la variante Delta, che sta moltiplicando i casi nel mondo proprio nel periodo estivo in cui il virus dovrebbe circolare meno».

Chi è stato vaccinato, corre il pericolo di potersi nuovamente infettare?
«I dati attuali dicono che chi si è vaccinato può anche contagiarsi, ma nella stragrande maggioranza dei casi la malattia è una forma similinfluenzale simile alle virosi stagionali. Per in non vaccinati invece la malattia puo’ degenerare in forme di polmonite interstiziale o peggio. Certo non in tutti, ma non si escludono forme gravi nei giovani».

Quindi, secondo lei, quali alternative ci sono al vaccino?
«L’alternativa al vaccino è l’infezione e in molti casi la malattia. E i contagiati infettano altri. I non vaccinati dovrebbero quindi sentire la responsabilità del perdurare del contagio che porterà altri malati e altri morti. Il vaccino riduce la possibilità ammalarsi, quella di infettarsi e – se questo succede – riduce la durata della contagiosità».

 

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