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L’arte percepibile a 360 gradi in mostra allo Spazio Cultura

L’artista biellese Emmanuela Zavattaro presenta (s)Confini

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L’arte percepibile a 360 gradi in mostra allo Spazio Cultura

BIELLA – È stata inaugurata venerdì scorso nella Sala Convegni della Fondazione Crb e sarà visitabile fino al 27 ottobre allo Spazio Cultura la mostra personale (s)Confini dell’artista biellese Emmanuela Zavattaro.

L’arte percepibile a 360 gradi in mostra allo Spazio Cultura

Come nasce la sua carriera di artista?
In modo un po’ rocambolesco. Era il 2014 quando, a causa di una rottura della caviglia a cui è seguito un periodo forzato di riposo, mi sono ritrovata per puro caso e per la prima volta a dipingere.

E?
Ed è stata una rivelazione. Pur essendo sempre stata una creativa, ho scoperto di avere un potenziale nascosto grazie al quale entrare in contatto con me stessa in modo nuovo.

Cosa prova nel momento in cui, pennello alla mano, inizia a dipingere?
È un atto magico. Ogni pennellata è una ricerca di luce nel buio, un momento di riflessione sul mio essere donna in relazione con gli altri e con il mondo. Quando dipingo cerco sempre di attingere a quella parte di buio che tutti noi abbiamo nel profondo, e portarla alla luce.

Tema ricorrente della sua ricerca pittorica sono corpi umani stilizzati e molto colorati che si fondono l’uno dentro l’altro. Cosa ci vogliono raccontare i suoi “Corpi di luce”?
Sono riflessioni sull’essere umano e la sua complessa esistenza. Sulla necessità di trovare armonia ed equilibrio solo grazie a un gioco di “incastri” con l’Altro. Non siamo fatti per stare da soli. E l’Altro grazie al suo stesso esistere ci completa. Pur mantenendo una nostra identità, ci è necessario sconfinare in quella dell’altro per una piena realizzazione. Da qui il titolo della mostra, (s)Confini. È un delicatissimo gioco di equilibri. Ma è l’unico possibile.

La sua è una pittura materica. I suoi dipinti sembrano fatti anche per essere toccati.
In realtà è stato Stefano, un ragazzo cieco dalla nascita che ho seguito negli anni nel mio ruolo di educatrice, ad avermi dato l’idea. Una volta mi ha detto: “mi piacerebbe vedere i tuoi dipinti”. E io ho cercato un modo per renderlo possibile, creando dipinti i cui contorni si potessero toccare. Motivo per cui la mostra è fruibile non solo attraverso la vista, ma anche attraverso un’esperienza multisensoriale. Il percorso espositivo si chiude con Incontro, un’opera che è possibile percepire, su appuntamento, in modo integrale e non convenzionale. È stata realizzata utilizzando 2000 cubetti di legno sapientemente assemblati, per permettere al visitatore di “respirare” l’arte con più sensi.

Mary Caiffa

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