Biella
Corradino non è Antonio La Trippa: è il principe della risata
Raglio d’Asino, il commento di Michele Porta
BIELLA – L’episodio più indicativo del film “Gli Onorevoli” è di gran lunga quello che ha per protagonista Totò che, interpretando un ufficiale in pensione, Antonio La Trippa, classico militare tutto di un pezzo, è l’unico in grado di prendere voti grazie alla grande stima di cui è circondato nel suo collegio elettorale: la cittadina di Roccasecca.
Rimarrà deluso dai notabili del suo Partito, quando capirà che l’unica loro intenzione è quella di insediarsi in Parlamento, grazie ai voti da lui ottenuti, per potersi vendere al miglior offerente. In quel momento cruciale, Totò si ravvede ribaltando il suo discorso: “Se io vi dicessi – parlando ai suoi elettori – che una volta eletto mi batterei per Roccasecca, nostro paese, che farei costruire scuole, strade, acquedotti, case, case… Voi mi credereste?”.
“Se io vi dicessi che questi signori sono persone onorevoli, degne di pregiarsi di questo appellativo parlamentare e che adopereranno i vostri voti per il bene del paese, voi mi credereste? E allora sapete che cosa vi dico? Che siete degli ingenui, dei fessacchiotti, dei deficienti, degli incoscienti, perché io, una volta eletto, per Roccasecca non potrò fare un cacchio, dico cacchio; perché questi signori appena saranno eletti poseranno i loro sporchi deretani sugli scanni della camera e faranno soltanto i loro sporchi affari; vi faranno fessi, perché sono papponi, papponi, papponi”.
Corradino non è Antonio La Trippa e Biella non è Roccasecca. Eppure, pensandoci bene, il sindaco di Biella, in un momento di lucidità, avrebbe potuto cambiare il corso della sua storia compiendo un atto d’orgoglio e di carattere, raccogliendo il plauso di chi lo ha eletto nel 2019 reo di aver posto nelle sue mani le speranze di un cambiamento della città.
Sbaragliando il campo e parafrasando quel famoso esilarante discorso di Totò, Corradino, invece di annunciare un allargamento della giunta, poteva (e doveva) annunciare un secco “niet”, mettendo sul tavolo le sue dimissioni. La motivazione? “Stanco di continuare a rimanere sotto scacco da parte di qualche illustre politico locale”.
Oggi, avremmo celebrato la capacità di un uomo, prima che di un sindaco, di saper distinguere il bene dal male, il vero dal falso. Invece, purtroppo, abbiamo celebrato la brutta copia del principe della risata. Per la gioia dei biellesi, che non vedevano l’ora.
Michele Porta
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