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Salta il test d’ingresso all’università: «I fogli non bastavano per tutti»
Anche 200 studenti biellesi coinvolti nel caos dei plichi non consegnati all’UniTo
Salta il test d’ingresso all’università: «I fogli non bastavano per tutti».
Salta il test d’ingresso all’università: «I fogli non bastavano per tutti»
Il 12 settembre si è svolto in tutta Italia il test d’ingresso per Scienze della formazione primaria, ad accesso programmato nazionale. Si sarebbe dovuto svolgere contemporaneamente in tutte le sedi universitarie di preferenza degli studenti, alle 11 di mattina. Ma a Torino, 1.600 studenti che si sono recati nel capoluogo dopo mesi di preparazione per questo giorno non hanno trovato quello che stavano cercando. La prova d’ingresso è diventata una prova di pazienza, perché questi 1.600 ragazzi, di cui oltre 200 candidati per la sede di Città Studi, si sono dovuti rialzare dai banchi senza avere neanche avuto la possibilità di tentarlo. L’ingresso era previsto tra le 8.30 e le 10.15, mentre alle 11 la prova sarebbe iniziata regolarmente come in tutto il resto d’Italia. Quando però si è svolta la regolare consegna dei plichi che precede l’avvio, chi consegnava si è reso conto che quei fogli non sarebbero bastati per tutti, chiedendo a chi ormai li aveva davanti a sé di non iniziare.
«Prima dell’effettiva prova la commissione ha dovuto spiegare una serie di procedure, terminando verso le 11.30 e procedendo quindi alla consegna, finché non sentiamo: “Alzi la mano chi non ha il test”. A quel punto alza la mano parecchia gente e iniziamo ad avvertire del disagio da parte degli assistenti» racconta una studentessa biellese che si trovava tra le prime file del settore.
«Passano altri 20 minuti circa, quando il presidente della sede di Collegno ci riferisce quello che è accaduto: il corriere della ditta incaricata della consegna dei plichi da Milano aveva mancato l’assegnazione di ulteriori box. Il problema non era di UniTo, perché i test c’erano per tutti, solo non erano a Torino».
Passa altro tempo e viene detto che, trattandosi di un test nazionale, si sarebbe dovuto svolgere nello stesso giorno per tutte le sedi.
«Che dovessimo farlo non era mai stato messo in dubbio – continua la ragazza – e ne eravamo tutti certi». Alle 12 quindi da Milano sarebbe partito un corriere per raggiungere Lingotto Fiere, sede dell’esame, ma per molti era troppo tardi: «Da un lato diversa gente ha iniziato a lamentare il fatto che dovesse andare al lavoro, mentre altri hanno iniziato a tirare fuori il cellulare o aperto i plichi sigillati. Alcuni sono stati espulsi per questo – entra nel dettaglio la studentessa – . Nel frattempo le domande del test che oramai nel resto del Paese era stato svolto erano online e la prova era compromessa. Anche se il corriere da Milano fosse stato capace di recarsi a Torino, constatata la realtà dei fatti, la commissione avrebbe dovuto ritirare quei plichi ormai inquinati, e così ha fatto, mandando a casa 1600 studenti, tra i quali moltissimi fuorisede e pendolari recatisi a Torino solo per questa prova, con tanto di polizia per far sgomberare».
Ora gli aspiranti futuri studenti di Formazione primaria dovranno attendere una data di cui in sede d’esame non è stata fornita certezza: l’esame si potrebbe svolgere tra 3 come tra 10 giorni. Nel frattempo molti dovranno anche sostenere i Tolc per altre facoltà nel caso non dovessero, quando sarà, superare uno dei test annuali più temuti di settembre.
Sebbene sia stata mandata una pec dall’azienda incaricata per assumersi la responsabilità di quanto accaduto ieri, emergono molti dubbi su come UniTo gestirà le problematiche: «Mi chiedo come sarà strutturato il prossimo, che per legge dovrebbe essere uguale di sede in sede, ma che non può esserlo perché ormai basta aprire un qualsiasi social per conoscerne le domande – conclude la ragazza -. Mi chiedo anche se le persone espulse o i lavoratori che si sono dovuti ritirare avranno la possibilità di ritentare tra qualche giorno, perché, almeno nel secondo caso, non sono responsabili di come è andata. E il ripescaggio come funzionerà per noi che entreremo nelle graduatorie più tardi? Bisogna anche aggiungere la possibile sovrapposizione con lezioni per i già iscritti ad altre facoltà o altri giorni di lavoro persi». UniTo, nonostante non sia responsabile dell’accaduto, dovrà rispondere a questi dubbi tramite la segreteria per non lasciare in un limbo 1.600 futuri insegnanti, accolti da un ironico benvenuto dal sistema a cui aspirano.
Immagine di repertorio
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Arnoldo
18 Settembre 2025 at 8:18
questa è l Italia tecnologica penosa investono in armi , tagliando salute e tecnologia tutto per fare piacere agli americani , poi i nostri politici per nascondere le loro balle , fanno vittimismo si piangono addosso e gli italiani ignoranti senza un po’ di orgoglio li votano