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West Nile: solo in un caso su mille porta gravi conseguenze

La prevenzione può ridurre il rischio: nel Biellese ricoverata donna di 72 anni.

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West Nile: solo in un caso su mille porta gravi conseguenze

West Nile: solo in un caso su mille porta gravi conseguenze.

West Nile: solo in un caso su mille porta gravi conseguenze

Nei giorni scorsi anche nel Biellese si è registrato il primo contagio di febbre del Nilo. La vittima è una donna di 72 anni residente nel Basso Biellese afflitta da altre patologie. «Pur nel suo quadro generale di fragilità e di necessità di assistenza – spiegano dall’Asl di Biella – la donna sta lentamente migliorando rispetto all’arrivo in ospedale e risponde ai trattamenti antivirali e di supporto erogati». A livello nazionale i casi di West Nile sono saliti dall’inizio dell’anno a 170, con almeno 16 vittime accertate.

I sintomi della West Nile

Nel circa 80% dei casi, l’infezione da virus West Nile non provoca alcun sintomo. Chi viene punto da una zanzara infetta spesso non si accorge nemmeno di essere stato contagiato. Nel restante 20% dei casi, invece, può comparire una sintomatologia lieve, simile a quella influenzale. I disturbi tendono a comparire tra i 3 e i 14 giorni dopo la puntura e possono durare da pochi giorni a un paio di settimane.
In molto meno dell’1% dei casi, il virus può raggiungere il sistema nervoso centrale, superando la barriera emato-encefalica e causando forme neuroinvasive della malattia. Questa condizione viene definita West Nile Neuroinvasive Disease (WNND) e può essere pericolosa, soprattutto in soggetti vulnerabili.
I sintomi sono i seguenti: segnali neurologici da non sottovalutare; febbre alta persistente, rigidità nucale, grave debolezza muscolare, disorientamento mentale, tremori o convulsioni, disturbi della vista, letargia o stato confusionale, coma nei casi più severi, paralisi agli arti o ai nervi cranici. Questi sintomi indicano una possibile meningite, encefalite o paralisi flaccida simile alla poliomielite, e richiedono l’intervento medico immediato.

I soggetti a rischio

Non tutti corrono lo stesso rischio di sviluppare complicanze. I soggetti più vulnerabili includono: anziani (over 60), bambini molto piccoli, immunodepressi, persone con patologie croniche come: diabete, ipertensione, malattie renali e tumori.

Come prevenire

Attualmente non esiste alcuna terapia antivirale specifica, né un vaccino autorizzato per l’uomo. Il trattamento è solo sintomatico e di supporto. Nella maggior parte dei pazienti, i disturbi si risolvono spontaneamente nel giro di pochi giorni, anche se in alcuni casi possono persistere per alcune settimane. Nei casi lievi la terapia può includere antipiretici e analgesici, mentre le forme gravi richiedono ricovero ospedaliero, con interventi di supporto come la somministrazione di liquidi per via endovenosa e, se necessario, supporto respiratorio.

La prevenzione si basa esclusivamente sul controllo delle zanzare e sulla protezione individuale: usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; applicando delle zanzariere alle finestre; svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

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