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Vincenzo Ferraris (Atap): “Lascio una azienda sana”
Intervista esclusiva dopo due mandati alla guida dell’azienda di trasporti

Vincenzo Ferraris (Atap): “Lascio una azienda sana”
Vincenzo Ferraris (Atap): “Lascio una azienda sana”
Il presidente Atap, dopo due mandati, lascia l’azienda. “Due volte sindaco a Pollone, due volte qui. È ora di riposarmi e di fare il nonno. Almeno per un po’ di tempo, poi si vedrà. È giusto cambiare, altrimenti, il rischio è che uno pensi che il Comune o un’azienda pubblica gli appartenga… Invece bisogna lavorare per i cittadini, fare il proprio dovere e poi dare spazio ad altri”.
E sui conti…
“Ribadisco che l’azienda ha i conti in ordine, con un attivo di bilancio che supera di poco i mille euro. Parliamo di un’azienda che ha uno stato patrimoniale che supera i 45 milioni di euro. In passato per chiudere i bilanci si era sempre un po’ in affanno. Attualmente abbiamo anche “ringiovanito” il parco mezzi, rinnovando e dimezzando i bus vecchi. Ben 82 sono infatti nuovi. Abbiamo 205 dipendenti. Numeri importanti, che danno l’idea di un’azienda solida, che rappresenta una risorsa per la collettività sia del Biellese sia del Vercellese».
Le prospettive
Gli autobus in circolazione sono spesso semivuoti e qualcuno ne vorrebbe comunque sempre di più. Un vero rompicapo per chi deve far quadrare i conti del bilancio e contemporaneamente garantire il servizio pubblico nei territori delle due province. «I bus grandi sono fondamentali perché consentono il trasporto degli studenti al mattino, se poi in altri momenti hanno pochi passeggeri il costo complessivo è relativo – spiega ancora Ferraris, in quota Lega, sostituito da Francesca Guabello, figlia di Massimo che fu presidente dell’azienda di trasporti provinciale, entrambi in quota Forza Italia -. Quelli piccoli, per certi versi, sono di gestione più difficile. Per i giri nelle scuole non sono sufficienti e quindi, se poi in altri momenti hanno pochi passeggeri, il problema è doppio. Al di là di possibili osservazioni o rimostranze da parte degli utenti, organizzare le corse è un’operazione molto difficile, che deve essere quanto più razionale possibile. Si può sempre migliorare e fare di più. Ma tenendo conto di tutto, in questi anni, credo che l’Atap abbia fatto ampiamente la propria parte».
Paolo La Bua
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