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Vendemmia, nel Biellese si inizia con l’Erbaluce

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Vendemmia, nel Biellese si inizia con l’Erbaluce

Con la prima settimana di settembre parte la vendemmia anche nelle province di Vercelli e Biella. Le prime uve ad essere staccate saranno le bianche più precoci, soprattutto Erbaluce. Si prevede una produzione in linea con lo scorso anno, un’annata ottima sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, con un possibile leggero calo fisiologico che rientra nei range di produzione normali. Al momento il caldo non sta infastidendo le viti, piante che tollerano bene i climi caldi, sta solo rallentando leggermente la maturazione ma le piante non sono in sofferenza.

“Riguardo alla quantità prodotta, i nostri tecnici spiegano che nel 2018 le piante sono andate in leggero ‘stress’ per la grande produzione, e questa primavera la ripresa vegetativa è stata più lenta rispetto agli anni precedenti – spiega Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli – Biella –. Se il mese di settembre sarà molto piovoso sicuramente la raccolta avverrà non prima della prima settimana di ottobre, in linea con le ultime annate. Se invece avremo un settembre con un clima caldo la raccolta verrà anticipata entro fine settembre. È un periodo perfettamente in linea con quello in cui di norma viene vendemmiato il Nebbiolo. Poco prima sarà possibile vendemmiare le uve rosse più precoci come Vespolina, Uva Rara e Croatina. Il mese di settembre sarà cruciale per lo sviluppo delle uve per cui ci auguriamo non solo un buon clima ma anche che il prodotto non venga danneggiato dalla fauna selvatica che in questo periodo è attirata dai grappoli maturi”, sottolinea Dellarole.

“Le province di Vercelli e Biella contano circa 350 aziende vitivinicole, che stanno di anno in anno aumentando la qualità delle loro produzioni. Le uve di nebbiolo sono anche la base per il Gattinara, uno dei vini più conosciuti e traino della vitivinicoltura della zona, che viene esportato per almeno il 50/60%. Negli ultimi anni sta aumentando anche l’export delle doc locali Bramaterra, Lessona e ‘Coste della Sesia’, soprattutto nel Nord Europa, negli Stati Uniti e nel Canada” – Spiega ancora Paolo Dellarole “Stiamo seguendo la crescita che ha avuto tutta la regione: il vino piemontese è cresciuto proprio scommettendo sulla sua identità con una decisa svolta verso la qualità che ha permesso di conquistare anche i palati stranieri. È grazie ai suoi alti standard qualitativi, infatti, che continua ad essere particolarmente richiesto all’estero”.

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