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Uso del telefono, servono regole anche per gli adulti

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Calcetto, scuola, lavoro, parrocchia, volontariato … Nessun ambito della nostra vita è immune dai gruppi di chat, indispensabili per scambiare informazioni e condividere foto, auguri e video.
Il telefono è diventato una nostra appendice così inscindibile da noi che è stata riconosciuta la patologia di dipendenza dallo smartphone, con il nome di “nomofobia” (no-mobile fobia). Chi ne è affetto controlla costantemente il proprio telefono e mostra uno stato ansioso quando se ne distacca o non ha copertura di rete; la nomofobia è assimilabile ad altre dipendenze perché coinvolge la parte del nostro cervello che produce dopamina ogni volta che ci arriva una notifica, che ci gratifica, ma innesca la continua necessità di riceverne altre.
Diverse scuole hanno regolamentato l’utilizzo dei telefoni: interessante l’iniziativa della preside dell’Istituto Bona di Biella di posizionare raccoglitori di telefoni nelle classi: ogni studente, prima della lezione, è invitato a riporre il telefono in una tasca numerata così da abituarsi ad una gestione più consapevole del proprio dispositivo e, di conseguenza, di sé.
Introdurre, senza imposizioni, regole di comportamento nelle scuole è indispensabile ma è necessario che anche gli adulti si impegnino con regole di auto-disciplina.
Condensare la comunicazione in un frammento di tempo è straordinario; tuttavia l’abuso delle comunicazioni veloci sortisce effetti indesiderati: si scrive freneticamente, ci si sfoga, ma non si comunica. Non avere un interlocutore diretto, ma una platea anonima facilita anche l’azzardo di insultare e offendere per sfogare insicurezze e frustrazioni e così i leoni da tastiera dal buio della loro cameretta scaricano tutta la loro rabbia.
Lo psicologo Mehrabian stabilì che in una comunicazione diretta il messaggio che trasmettiamo è condizionato solo per il 7% dalle parole, il tono e timbro della voce pesano per il 38% mentre l’espressione del viso e la gestualità del corpo per il 55%.
Scambiare le chat come mezzo per comunicare è fuorviante per cui whatsappatori compulsivi o vittime passive di amici che vi travolgono di messaggi, se volete discutere e trasmettere il vostro pensiero, usate il telefono per darvi un appuntamento e parlare vis a vis.

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