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Uno spettacolo contro la violenza sulle donne

Andrà in scena domenica 24 novembre alle 21 al Teatro Don Minzoni di Biella

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uno spettacolo contro la violenza sulle donne

Uno spettacolo contro la violenza sulle donne per trasformare il dolore in forza. È questo l’obiettivo di “Voci spezzate in armonie ribelli”, in scena domenica 24 novembre alle 21 al Teatro Don Minzoni di Biella.

Al centro della scena ci saranno la voce e la regia di Cinzia Rossetti. Un evento che si avvale di tante collaborazioni, tra cui quella con il maestro Pierluigi Rossi al pianoforte e con Carlo Fortunato alla fisarmonica. Coinvolta anche l’Università popolare biellese, con il direttore del coro Alberto Galazzo e la cantante Elisa Pensotti. Presenti anche attori e attrici del calibro di Valeria Ubertino, Nadia Greggio, Giuseppina Zanoni, Luca Bocca, Silvia Pezzana e Linda Rodani. Che con le loro interpretazioni daranno corpo al messaggio dello spettacolo, scritto e diretto dalla stessa Cinzia Rossetti.

Uno spettacolo contro la violenza sulle donne

Cinzia, 25 anni di carriera nel teatro. Come ci si sente a raggiungere un traguardo così importante?

È un’emozione unica. Non avrei mai immaginato un percorso così ricco di esperienze e soddisfazioni. Iniziare come cantante lirica è stato come aprire una porta verso il mondo della performance.

Hai attraversato molti ruoli e sfide diverse, dal canto alla recitazione, fino alla regia. Cosa ti ha spinta a passare dall’uno all’altro?

La mia passione per l’arte. Ogni volta che ho affrontato un nuovo ruolo, l’ho fatto con la stessa dedizione e voglia di mettermi alla prova. La transizione è stata quasi naturale: ogni nuova esperienza ha alimentato la successiva, permettendomi di scoprire e di far emergere lati diversi di me stessa.

Qual è stata la sfida più grande in questi anni?

Sicuramente bilanciare la mia crescita professionale con il ruolo di guida per i miei allievi. Essere un’insegnante significa fare da esempio, sostenere, stimolare, ed è una grande responsabilità. Ogni allievo porta con sé il proprio talento e la propria personalità e questo richiede un impegno costante per capire come valorizzarli al meglio.

So che hai fatto degli stage con Pupi Avati e Giancarlo Giannini. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?

Mi hanno arricchito profondamente. Ho imparato come adattare la mia interpretazione a seconda del mezzo. Nel teatro, tutto ruota intorno all’immediatezza del contatto con il pubblico, alla presenza fisica e alla capacità di trasmettere emozioni attraverso gesti e voce su un palcoscenico. Nel cinema, invece, il rapporto è più intimo, quasi silenzioso, e bisogna calibrare ogni espressione per la macchina da presa. Questi grandi maestri mi hanno insegnato a gestire entrambi i tipi di approccio, a comprendere la differenza tra affrontare una platea e dialogare con una telecamera.

Dal 2008 hai iniziato a fare regia?

Sì, esatto. Ho iniziato a fare regia a Torino per alcuni musical e spettacoli che avevo scritto. È stato emozionante portare in scena le mie idee, coordinare attori, scenografie e musica per dare vita a un racconto completo. Dopo Torino, sono stata chiamata anche nel Biellese per dirigere “Il Gelindo”, uno spettacolo molto speciale per la comunità locale.

E ora cosa ti porta qui a Biella con questo spettacolo?

Questo progetto è nato perché un’associazione di Torino, mi ha chiesto di realizzare qualcosa per loro contro la violenza sulle donne. Ho voluto raccogliere questa richiesta, ma in un modo diverso da come si affronta di solito questo tema. Ho scelto di dare voce alle persone che hanno subito violenza, mostrando loro che, anche nei momenti più difficili, c’è sempre una possibilità di cambiamento. Voglio che questo spettacolo trasmetta un messaggio di speranza, di forza e di rinascita. Spero che ogni donna che abbia vissuto esperienze dolorose possa ritrovare la convinzione che può sempre prendere in mano la propria vita e ricominciare. Che ci sono persone là fuori che possono tender loro la mano e non devono aver paura.
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