Seguici su

Attualità

Unesco, no grazie

Un articolo di Vittorio Barazzotto

Pubblicato

il

Tanti soldi, poca sanità

La pallacanestro in dissesto, il calcio idem, i treni scarsi, la cultura assente ed ora la scissione tra il Comune e i partner privati sull’ostentato riconoscimento Unesco.
Sono tutti sintomi dello stesso male: a Biella non si è capaci a fare sistema e ogni forza istituzionale è slegata dalle altre perché concentrata sulla propria sopravvivenza.

La scelta di Corradino di non accettare la candidatura di un manager privato voluto dalla Fondazione, per la cura dei rapporti con il quartier generale dell’Unesco ha scoperchiato un vaso pieno di discordie ed interessi contrapposti. Quello che stupisce semmai, è che qualcuno si stupisca. La genesi di questa rottura risiede nel rapporto, mai bilanciato, tra le fondazioni che hanno sostenuto la corsa per il riconoscimento di “Città creativa Unesco” ed il Comune, ovvero tra il potere economico e quello politico.

Con la fermezza di chi si sente imprigionato nel ruolo della comparsa, Corradino ha affermato il peso della politica che, per quanto devastata e contestata, rappresenta il contrappeso dei cittadini sulle pressioni dei privati, in primis le Fondazioni che rimarcano la propria autonomia, benché alcune esistano grazie ai risparmi accantonati dai biellesi negli anni. “Biella Città Creativa Unesco” d’altronde non è mai stato un progetto, ma un logo per promuovere e avvalorare iniziative private, non per forza negative, ma non condivise con la politica, come dimostra l’ultimo progetto milionario ad Oremo.

Una questione di metodo e non di contenuti ha fatto naufragare l’illusione dell’Unesco, così come è capitato in precedenza con altri progetti estemporanei e in discontinuità con i precedenti. Basta citare il desiderio di creare un nuovo museo, quello della moda, dimenticando di valorizzare quello presente e calibrato sul nostro territorio.

Biella può riscattarsi solo nella condivisione di un progetto comune, altrimenti è destinata a naufragare in un sistema dove gli affari privati prevaricano l’autonomia della politica ed in cui i mausolei a volte voluti dalle singole forze, e non solo politiche, si rivelano presto solo dei ruderi destinati all’abbandono.
Vittorio Barazzotto

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *