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Una via per il comandante “Timo”

L’appello all’amministrazione cittadina perché non dimentichi Primo Corbelletti

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Una via per il comandante “Timo”. E’ l’appello che Marilena, la figlia di Primo Corbelletti, e le nipoti rivolgono all’amministrazione comunale.

Perché il suo nome torni a vivere nello spazio pubblico della città. «Un gesto per ricordare un uomo che ha combattuto per la libertà e che, tornato dalla guerra, ha continuato a essere al servizio della comunità con la stessa passione e integrità», spiegano.

Una via per il comandante “Timo”

Da qui il racconto della sua figura. «Primo è stato una grande persona. Nato a Biella il 15 dicembre 1914, ci ha lasciati nel 2000. Fu tra i primi a salire in montagna dopo l’8 settembre 1943, unendosi al Corpo di Liberazione Nazionale dei Volontari della Libertà. Nella VII Divisione Garibaldi raggiunse il grado di comandante, distinguendosi per coraggio e determinazione.

Partecipò alla resa del 75esimo corpo d’armata tedesco e delle unità fasciste, firmata a Biella il 2 maggio 1945: il suo nome di battaglia, “Timo”, è inciso ancora oggi sulla lapide del municipio. Nel suo libro “Noi del VII” raccontò la guerra senza retorica, con parole vere. Una testimonianza di ideali vissuti fino in fondo».

Ma figlia e nipoti non ricordano solo il comandante. «Aveva un carattere fortissimo, determinato, ribelle. Gli avevano proposto incarichi importanti a Roma, ma rifiutò sempre. Diceva che finché l’ultimo partigiano non fosse stato indipendente, non poteva smettere di aiutarlo. Ha vissuto al servizio degli altri. Era un uomo onesto, fiero, rigoroso: credeva nella giustizia e nel lavoro fatto bene. Fu anche insignito della medaglia di bronzo al Valor Partigiano».

Dopo la Liberazione

Dopo la Liberazione, Corbelletti tornò a Biella e ricominciò da zero. «Faceva il decoratore, ma al ritorno non trovò più lavoro. Così aprì un banco del pesce al mercato cittadino. Da lì nacque un nuovo impegno civile. Per anni fu presidente dell’associazione ambulanti di Biella, sempre al fianco della sua categoria, a difendere i diritti dei lavoratori».

Timo non si fermò mai. «Ha ricoperto i ruoli di assessore al commercio e consigliere comunale a Biella. Di vicepresidente e consigliere dell’Anpi. Di vicepresidente dell’Associazione combattenti e reduci. Un uomo che ha dato tanto, senza mai cercare riconoscimenti. E’ stato anche sindaco di Gaglianico, dove fece costruire la scuola materna e l’asilo nido. Proprio per questo l’amministrazione guidata da Paolo Maggia gli ha dedicato il parco dietro alle scuole medie. Ecco perché vorremmo che anche Biella gli dedicasse uno spazio pubblico: sarebbe un segno di gratitudine e di memoria».

In difesa degli ambulanti

Tra chi lo ha conosciuto bene c’è anche Rudi Radossi, storico volto del mercato di Biella. «Corbelletti era una punta di diamante del commercio cittadino – racconta -. Fu tra i primissimi a difendere gli ambulanti, a dar loro dignità e voce. È stato fondatore del sindacato nazionale dell’Anva, Associazione nazionale venditori ambulanti. Ci ripeteva sempre: “Dovete partecipare, perché la piazza è la nostra fabbrica. È qui che lavoriamo, ci confrontiamo e facciamo sentire la nostra presenza”. Nonostante i ruoli ricoperti, non ha mai preso posizione senza prima confrontarsi con la categoria.

Aveva un carattere forte, capelli rossi e un modo diretto di dire le cose. Se qualcosa non andava, non stava zitto. Ma era sempre corretto, leale, pronto a mettersi in discussione in prima persona. Per questo lo stimavano anche quelli che non erano d’accordo con lui. Con Timo ho condiviso trent’anni di banchi in piazza Martiri: io con la maglieria, lui con il pesce. E ancora oggi lo ricordo con grande piacere e riconoscenza. Ha dato tanto al commercio e alla sua città. Biella e il Biellese gli devono molto».

Ora la famiglia attende un riscontro. «Sarebbe bello – concludono – se l’attuale amministrazione cittadina accogliesse la nostra richiesta. Finora nulla si è mosso, ma intitolargli una via o una piazza sarebbe un gesto semplice e anche doveroso».

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