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Un anno senza rigori. E senza te. Piove, senti come piove: ciao Matteo!

Il commovente ricordo di Matteo Ravetto a un anno dalla tragica scomparsa

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BIELLA – Piove, senti come piove! Senti come viene giù! Eppure le previsioni erano tendenti al bello. Pure Biella non ne sarebbe stata esente, lei che di pioggia si candida per un posto al… sole (!?!) nella speciale graduatoria stilata da Giove Pluvio.

Già, gli Dèi! Ci deve essere un disegno divino nella vita di tutti noi. Una vita che inevitabilmente è destinata a spezzarsi. Quando, come e perché è un mistero. Mistero e fatalità. La logica non va a braccetto con i disegni divini. A dir la verità può diventare corpo estraneo anche senza scomodare gli Dèi. Ecco. Piove. Doveva esserci il sole, ma piove. Fuori piove. Dentro anche. Sono alla finestra del primo giorno di ottobre e vedo grigio. Un grigio tendente al plumbeo. Pesante come il piombo.

Il ricordo viaggia a ritroso nella macchina del tempo. Un anno fa esatto. La matematica non concede sconti. E quel ricordo diventa un macigno impossibile da digerire. Si può morire a trent’anni, travolti da un disegno divino? Braccati da una fatalità cinica e vigliacca? Si può! Eccome se si può!! Un anno fa, al risveglio, casca il mondo. Nel cuore della notte il destino baro rapiva Matteo. E con lui Simonluca. Non c’è riscatto che tenga, questo è un rapimento senza vie di fuga. Proprio come quella maledetta corsia autostradale a pochi metri da un casello varcato centinaia di volte. Cronologia di una manciata d’ore: la partita a pallone, un compleanno da festeggiare, allegria e serenità. Senza mai perdere la sobrietà di ragazzi a modo. Educati! Maturi! Responsabili. Matteo era a modo. Un ragazzo educato, maturo, responsabile. Era un gran lavoratore, lui che aveva vissuto il professionismo nel calcio. Era un ragazzo sul quale già si erano abbattuti cicloni devastanti. Un infortunio dietro all’altro, uno più pesante dell’altro. E non si era mai arreso. Si era sempre rialzato, gettando oltre all’ostacolo cuore e stampelle. Era sempre ritornato in campo, seppur in categorie inferiori a quelle dove avrebbe meritato la scena. Intelligente, tattico, geometrico. Imprevedibile e letale.

Dagli undici metri gli facevano un baffo pure Messi e CR7. Aveva appena disintegrato il record di Balotelli. Come lui nessuno mai. The King! Era (ed è!) il Re dei Rigori: 24 tirati, zero errori. Spesso e volentieri palla da una parte e portiere dall’altra. Sempre e comunque angolati. Ne parlavamo molto, cazzate a parte. Ecco i suoi rigori non erano una cazzata, anzi! Era l’argomento più serio che abbiamo mai trattato. Il resto appartiene al ricordo intimo di due amici per la pelle, e come tale chiuso nel fatidico cassetto. Un cassetto che ai giorni nostri si pronuncia Whatsapp. Sento la tua voce e piango. Piove, senti come viene giù! Ciao Matte…

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