Attualità
Tre persone lavoravano “in appalto” illecitamente: maxi sanzione da quasi 10mila euro
I carabinieri del nucleo Ispettorato del Lavoro di Biella con il personale ispettivo Inps, a conclusione di accertamenti a carico di un bar gelateria del basso Biellese, hanno scoperto la presenza di tre lavoratori assunti da un’altra società, di prestazione di servizi a favore delle imprese, attraverso la sottoscrizione di un appalto di servizi risultato non genuino.
Premesso che l’appalto è un contratto con il quale una parte assume, con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, il compimento di un’opera o di un servizio verso un corrispettivo di denaro, nel caso in esame si è rilevata invece la totale assenza degli elementi sostanziali e formali dell’appalto, configurandosi così un’interposizione illecita di manodopera a carico dello pseudo appaltatore ed una conseguente utilizzazione illecita a carico dello pseudo committente. Nell’appalto l’appaltatore non si deve limitare a inviare i propri dipendenti presso l’azienda committente affinché svolgano una qualsivoglia attività lavorativa per conto di essa, ma deve avere organizzato i mezzi necessari e deve aver assunto il rischio d’impresa.
Nel caso specifico, la società appaltatrice, ormai nota in ambito nazionale, mascherava un’interposizione illecita di manodopera, limitandosi a mettere a disposizione del bar mere prestazioni lavorative dei propri dipendenti, i quali non hanno mai avuto contatti diretti con la stessa, che si è limitata solo a formalizzare i rapporti di lavoro senza sostenere colloqui, avvenuti direttamente con la società pseudo committente.
Inoltre si è accertato che la somministrazione di lavoro era posta in essere con la finalità di eludere le norme o in violazione dei contratti collettivi applicati ai lavoratori, denunciando all’Inps imponibili contributivi decisamente inferiori rispetto a quanto riportato nel libro unico del lavoro, configurando una somministrazione-utilizzazione fraudolenta.
I militari hanno inoltre accertato che i lavoratori oggetto dell’appalto erano già stati avviati al lavoro all’interno del bar, in prova, senza alcun contratto e da considerarsi quindi “in nero”.
Lo pseudo appaltatore ha avuto una sanzione amministrativa pari a 5mila 500 euro, mentre all’utilizzatore ne è stata comminata una pari a 9mila 100 euro. Inoltre si è proceduto a un recupero contributivo quasi 8mila euro, sempre a carico del committente. A entrambi i soggetti sanzionati è stato prescritto di cessare la condotta illecita, che comporterà la denuncia all’autorità giudiziaria e la conseguente contestazione dell’ammenda. E’ stata infine avviata d’ufficio la procedura per la regolarizzazione dei rapporto di lavoro
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