Attualità
Tolte le sedie appese sul ponte della tangenziale
Tolte le sedie appese sul ponte della tangenziale. Parla Lorenzo Gnata, l’artista che ha realizzato l’istallazione che ha fatto tanto discutere.
La lettera di Lorenzo Gnata
Centodiciannove giorni sembrano tanti, ma in realtà sono pochi. Per certi tipi di farfalle che vivono poche ore equivarrebbero all’eternit
Chi va a scuola direbbe che sono più della metà dell’intero anno scolastico, prima delle tanto agognate vacanze. Chi é bloccato su un letto, invece, li vede scivolare lentamente come le nuvole dietro alla finestra.
Centodiciannove giorni. Tanto é durata l’opera “Res Humanae”. Tanto ho deciso di farla vivere.
Quelle sedie appese al ponte hanno resistito a torride giornate di anomalo sole, seguite da interminabili periodi di pioggia battente. E ancora sole rovente. Non hanno mollato sotto a scariche di grandine, nemmeno quando venivano sospinte da inquietanti raffiche di vento. Hanno resistito alla tempesta di polemiche e critiche che, come un temporale estivo, si é riversata su di loro oscurando il cielo per mesi con i suoi nuvoloni neri. Loro se ne stavano là, in silenzio, indifferenti verso le polemiche che, non comprendendone il significato, tentavano di distruggerle. A loro non importava. La loro missione era la cosa più importante. Attendevano rispettose che qualcuno afferrasse il loro messaggio. Un messaggio di dialogo e amore reciproco, volto ad abbattere quei muri invisibili che tentano di separarci, chiudendoci nel nostro individualismo e lasciandoci irrimediabilmente soli.
E proprio in mezzo a questo guazzabuglio di polemiche, ad un dramma sociale ancora insoluto, si spendevano troppe parole su speculazioni politiche, sull’inutilità dell’opera e su un presunto cattivo gusto, additando di aver sprecato soldi pubblici (in realtà mai usati) e facendosi strada a spallate per essere i fantomatici vincitori della vicenda. Portandosi a casa l’ennesima vittoria di Pirro e ignorando che l’unica vera vincitrice é stata l’opera stessa, che raggiunse il suo obiettivo ancor prima della sua installazione. Quello di far parlare del problema.
Quello di affrontare un tabù insormontabile per il nostro territorio e per la nostra cultura.
Per molti addirittura, erano le sedie il vero grande problema, e non quello che tentavano di far emergere strappando il velo dell’indifferenza.
Non davano fastidio a nessuno. E proprio perché non lo davano, erano fastidiose. Come quel piccolo ragno che si cala all’angolo della nostra stanza alla disperata ricerca di qualche mosca o zanzara. Non da fastidio. Ma da fastidio, proprio perché non dovrebbe esser lì, finendo inevitabilmente schiacciato.
Questa é l’arte. A volte qualcosa di piacevole, altre volte qualcosa di estremamente difficile da digerire. Qualcosa che affronta problemi insormontabili cercando una soluzione che purtroppo non possiede. Spingendo tutti a riscoprire valori morali ormai persi, o semplicemente mai trovati.
Quelle sedie non avranno risolto il problema, magari non avranno nemmeno salvato una vita, ma sicuramente hanno sgretolato parte di quei muri invisibili che più di ogni altra cosa ci circonda di sedie vuote.
E ora, scadute quelle centodiciannove notti, nei cieli di Biella brilleranno cinquanta stelle in meno.
Ringrazio la Provincia di Biella e tutte le persone che mi hanno appoggiato e hanno creduto in questo mio progetto.
Lorenzo Gnata
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Cesare
24 Luglio 2018 at 12:19
è un “artista” nel essere capace di farsi pagare, facendo queste cose. Sicuramente molti altri anche facendo cose molto più difficili e complicate(da vero artista) non riescono a farsi pagare le loro opere.
luigi
24 Luglio 2018 at 16:58
Ma alla fine l’artista Lorenzo Gnata che rispetto in quanto persona, cosa voleva comunicare alla gente? Che le sedie hanno intelligenza piu’ dell’uomo e perfino che potessero essere in grado di salvare dal suicidio coloro che avevano intenzioni di morte? Mi spieghi allora a cosa e’ servita la Creazione che per ultima opera (quindi il massimo della perfezione) ha dato l’intelligenza all’uomo o, ancor di piu’ a cosa e’ servito il sacrificio di Gesu’ Cristo che ha dato il Suo Sangue per la salvezza dalla morte. Bastavano due sedie? Gesu’ e’ il nostro Creatore, Signore e Salvatore. L’ intelligenza e’ stata donata all’uomo per il quale e’ stato opportuno fondare una salvezza affinche’ ricevesse la Vita Eterna al posto della morte eterna a cui e’ destinato sin da Adamo. Dio non usa cose inanimate per convincere l’uomo a ravvedersi dal peccato ed essere salvato, ma solo il Suo Amore. Segui Gesu’ e sarai salvato.
Luigi
24 Luglio 2018 at 17:08
Il mio commento vale se ho inteso le sue intenzioni relative all’opera in argomento. Mi e’ sembrato che lo scopo fosse quello di risvegliare le persone a non essere indiffetenti ai molteplici suicidi verificatosi nei tempi addietro. Grazie.