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Tempio crematorio di Biella, parte l’azione civile

Si pensa a una causa collettiva

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Tempio crematorio di Biella, parte l’azione civile

Tempio crematorio di Biella, parte l’azione civile

BIELLA Si è esaurita la fase penale della vicenda del tempio crematorio di Biella sotto la gestione Socrebi.  Molte famiglie delle persone defunte e cremate non hanno trovato lo spazio che meritavano nel procedimento penale. Questo nonostante le ferme opposizioni.

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La situazione

Allo stato attuale, quindi, la richiesta di ottenere giustizia anche attraverso il risarcimento del danno è rivendicata anche da molti altri soggetti,. E dovrà essere azionata in sede civile. Questo muove dal presupposto che sul tema di prova della legittimazione attiva  il Giudice potrà avvalersi di presunzioni semplici (art. 2729 c.c.) grazie ai tanti indizi gravi, precisi e concordanti, mentre in precedenza tale elemento del diritto ad agire si è scontrato con la mancanza di una prova rigorosa, tipica del giudizio penale, data dall’impossibilità scientifica di estrarre il DNA dalle ceneri contenute nelle urne dei vari familiari, almeno stando alla valutazione del PM ed alle decisioni dei vari Giudici delle indagini Preliminari di Biella.

La causa collettiva potrà, pertanto, attingere a piene mani ed avvalersi sia dei risultati delle indagini e processi penali che delle confessioni dei vari protagonisti delle macabre condotte sulle salme e la confusione/dispersione delle ceneri, a partire quanto meno dal 2017 e sino all’arresto il 26.10.2018, per legittimare tanto la richiesta risarcitoria civilistica delle altre famiglie coinvolte nello scandalo, quanto la solidale condanna al pagamento dei danni, non solo a carico dei Ravetti, ma anche di chi aveva precisi obblighi di controllo sui propri dipendenti e sul funzionamento di un servizio pubblico tanto sensibile come le cremazioni; parliamo in particolare degli enti coinvolti nel servizio di cremazione, come il Comune di Biella, titolare della concessione contrattuale con la Socrebi, e della Seab (la partecipata che si occupava della raccolta e smaltimento dei rifiuti speciali cimiteriali), in forza della condanna in sede di patteggiamento del dipendente di quest’ultima.

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Il difficile lavoro di raccolta dei dati e dei documenti per ciascun nucleo familiare è quasi concluso, ed a breve, acquisite le ultime adesioni e dichiarazioni sulla privacy, daremo finalmente il via a questa nuova ed importante iniziativa giudiziaria, stavolta svincolata dai limiti dell’azione penale esercitata dal Pubblico Ministero, per il conseguimento di quello che da sempre è stato l’obiettivo primario: ottenere giustizia e una affermazione di responsabilità sia del gruppo Ravetti che degli enti che avrebbero potuto e dovuto vigilare, condannando severamente gli uni e gli altri, economicamente e moralmente.

Per info ed adesionetempiocrematorio@studiogabrielli.it

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1 Commento

1 Commento

  1. Ardmando

    20 Marzo 2024 at 8:37

    I Ravetti devono pagare caro e devono stare in galera. Altro che le loro ridicole e vergognose richieste di risarcimento al Comune (già rifiutate)

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