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Tavo Burat merita una via

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C’è stato un uomo a Biella che negli anni ha saputo fare la differenza, un uomo colto, bizzarro e anticonformista che con il suo indistinguibile atteggiamento ha segnato il territorio preservandone cultura e tradizioni, Gustavo Zanchi Buratti, ma la maggior parte di voi lo ricorderà semplicemente come Tavo Burat. Qui oggi non ricorderemo Tavo per le sue opere, per il suo impegno nel sociale, per la sua lotta e salvaguardia delle lingue antiche e nostrane, per la sua passione per Fra Dolcino, tutte notizie facilmente reperibili in rete, qui oggi, parleremo di Tavo l’uomo, l’insegnante, l’amico, il biellese doc.

Chi scrive ha avuto la fortuna di averlo come professore di Francese alle scuole medie e ancora oggi a distanza di 30 anni il ricordo è nitido e indelebile. Un professore fuori dagli schemi, un uomo colto oltre ogni misura che ha saputo far apprezzare, a ragazzini irrequieti, una lingua per molti inutile e quasi fastidiosa.
Con il suo immancabile timbro di voce tonante era in grado di catalizzare l’attenzione anche dei più svogliati, il Tavo, sorridente un momento e brontolone l’attimo dopo.

Ma sempre disponibile e pronto a raccontare qualcosa di unico. Gli abiti fuori tempo, l’orologio da taschino e quel suo piccolo orecchino, regalo di un pastore durante un periodo difficile della sua vita, i capelli arruffati e quella voglia instancabile di trasmettere conoscenza, il Tavo era tutto e il contrario di tutto.

A spasso per Chiavazza o per il centro cittadino con la sua inseparabile mantella, sempre assorto in pensieri e congetture, quasi schivo ma mai assente, umile e sincero.

Biella lo ricorda per le sue battaglie, per i saggi, le poesie, per la sua costante lotta per la salvaguardia della lingua e del dialetto, a noi piace ricordarlo per le canzoni popolari francese, per le gite, i sorrisi, le grida, le pacche sulle spalle e quel modo di fare da “nonno” burbero ma amorevole.

Persone come Tavo mancano in una città sempre divisa tra la ripresa e lo sbando, persone tenaci, decise e ferme nelle proprie ideologie, persone che non scendevano a compromessi ma proponevano alternative valide e concrete e si battevano per esse fino allo stremo.

Tutti hanno amato e odiato quest’omone fuori dal tempo, scontrandosi, litigando ma sempre con il rispetto dovuto a chi, in primis ha sempre voluto il bene della sua terra.

Tavo l’artista, lo scrittore, il politico, lo storico è stato un punto di rifermento per molte generazioni, Tavo l’uomo è stato la colonna portante di una generazione che credeva e lottava.

L’uomo con la mantella mancherà sempre e a noi restano solo il ricordo e il suo testamento, fatto di opere, di conquiste e di grande passione. Grazie Tavo, per tutto.

 

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