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“Su Nuraghe pro Ucraina”: aiuti per la terza missione da Biella

Con lo slogan “Su Nuraghe pro Ucraina”, una nuova campagna in sostegno al popolo ucraino si aggiunge alle tante iniziative solidali biellesi

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“Su Nuraghe pro Ucraina”. Aiuti per terza missione da Biella.

Su Nuraghe per l’Ucraina

Con lo slogan “Su Nuraghe pro Ucraina”, una nuova campagna in sostegno al popolo ucraino si aggiunge alle tante iniziative di solidarietà concreta a cui ha già dato risposta la generosità biellese, consegnando aiuti nei centri di raccolta sul confine rumeno e portandoli direttamente anche in zona di guerra.

Al ritorno in Italia, alcune famiglie, unitesi ai soccorritori, sono state accolte in comuni del nostro territorio.

Tuttavia, nell’immediato, è necessario raccogliere beni di prima necessità: pannoloni per adulti, assorbenti igienici, carta igienica, prodotti per l’igiene personale oltre ad omogeneizzati, latte in polvere, tonno, carne in scatola, cibi in busta.

Gli orari del punto di raccolta

Il Circolo “Su Nuraghe” di Biella, in via Galileo Galilei, 11, mette a disposizione volontari e strutture quale punto di raccolta nei giorni di: venerdì 29 aprile (ore 21:00 – 23:00) e sabato 30 aprile (ore: 16:00 – 18:00); venerdì 6 maggio (ore 21:00 – 23:00) e sabato 7 maggio (ore: 16:00 – 18:00).

Nei giorni indicati saranno possibili anche versamenti “Pro Ucraina”

Nei giorni indicati, è possibile fare versamenti “Pro Ucraina” direttamente nella sede del circolo.

In alternativa, il versamento può essere effettuato con bonifico bancario sul conto corrente intestato: Biverbanca/Banca di Asti, Agenzia di via Dante, 4, Biella – intestato a: Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”, Biella. IBAN IT 17 G 06085 22303 000015749550, specificando nella causale: “Pro Ucraina”.

Battista Saiu

Nell’immagine: il “Ponte dei giocattoli”, ponte che divide Ucraina da Romania; questo ponte in legno lo passano a piedi mamme coi bambini per raggiungere la salvezza. I giocattoli, i peluche, gli snack golosi, sono stati messi lungo il percorso per dare una sorta di accoglienza ai bambini, per far sì che il “passaggio”, la fuga, possa apparire come ‘piacevole’, meno dolorosa per loro, facendoli sentire più al sicuro

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