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Sputi e pugni agli agenti penitenziari, i sindacati insorgono

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Ancora violenza nel carcere di Biella. Sono altri due gli episodi denunciati nei giorni scorsi dalle organizzazioni sindacali Sinappe, Osapp e Uil, tornate a tuonare contro «lo stravolgimento dell’organizzazione del lavoro operata in maniera arbitraria presso l’istituto biellese da parte della Direzione, sovraccaricando di oneri e responsabilità il personale di polizia penitenziaria oltre ogni limite».
L’ultimo caso reso noto dai sindacati risale allo scorso 26 febbraio. In due momenti diversi, due poliziotti impegnati nei loro compiti, sono stati «vilmente aggrediti da due detenuti di origine magrebina». Nel primo caso il detenuto ha reagito all’invito dell’agente a spostarsi dal cancello principale sputandogli in faccia. «E l’attacco – viene sottolineato nel comunicato stampa – sarebbe potuto degenerare, considerato che il detenuto parrebbe avesse a seguito un arma impropria artigianale».

Di fronte all’intervento di altre due unità, immediatamente allertate al fine di garantire l’ordine e la sicurezza, un altro detenuto senza alcun apparente motivo avrebbe colpito con diversi pugni al volto uno dei due poliziotti, causandogli tre giorni di prognosi.
«Lo stesso ristretto, circa tre mesi fa – viene evidenziato -, aveva cercato di accecare un altro collega, infilandogli una penna in un occhio».
Questi episodi, insieme a tanti altri disagi lavorativi, hanno reso “il vaso colmo”: «Il personale di polizia penitenziaria è fisicamente e psicologicamente esausto – denunciano i sindacati -. Sfiancato dai continui, ripetuti, impuniti attacchi subiti sotto forma di insulti, umiliazioni, calci e pugni da parte dei detenuti. Spossato dai turni massacranti e dai sovraccarichi di lavoro affrontati a causa della latente carenza di organico e demotivato da un’amministrazione che attua un’organizzazione del lavoro assolutamente inappropriata ed intollerabile, incurante del rischio ogni giorno corso da uomini e donne in divisa blu “buttati allo sbaraglio” in prima linea contro una popolazione detenuta indipendente e senza timore dei regolamenti e della rieducazione che il carcere deve fornire come priorità per il reinserimento sociale».

Viene quindi evidenziato che l’istituto penitenziario si distingue quale casa di reclusione, circondariale e casa lavoro, combinando così detenuti ergastolani con indagati, protetti per reati di riprovazione sociale con tossicodipendenti ed infine internati sottoposti a misura di sicurezza che dovrebbero, attraverso la casa lavoro, adoperarsi per ravvedersi ai fini della revisione della pericolosità sociale loro attribuita: «Restrizioni, prescrizioni e distinzioni che risultano di difficile attuazione atteso il risicato numero di unità di polizia penitenziaria e le progettualità attuate, soprattutto in ordine agli internati che spesso girovagano per l’istituto destando difficoltà operative e organizzative nella routine quotidiana. Basti citare ad esempio che una singola unità è costretta a gestire, da sola, circa 100 detenuti per ogni piano detentivo».

Per questo motivo i sindacati auspicano un immediato intervento da parte delle Autorità competenti in ordine ad un nuovo riassetto detentivo della casa circondariale di Biella, ed una revisione della pianta organica della polizia penitenziaria biellese. A questo proposito «si riservano di attivare ogni utile forma di protesta presso le diverse sedi istituzionali, al fine di vedere il personale tutelato e salvaguardato nei propri diritti, oltre ai grevi doveri istituzionali espletati».

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