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Sparare ai lupi o no? È polemica

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Sparare o non sparare ai lupi? Il tema, è tornato alla ribalta nei giorni scorsi dopo che una vitella è stata attaccata dai predatori in Val Vigezzo. L’episodio è arrivato sui banchi del consiglio regionale, dove il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha chiesto di adottare i piani di abbattimento selettivo dei lupi e ha scritto a tal proposito al ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Abbattimento o convivenza?

Secondo l’esponente del Carroccio, che anche in passato aveva espresso la stessa posizione, sarebbe il caso di valutare urgentemente la pianificazione di un programma di abbattimento selettivo per contrastare il proliferare dei lupi sulle nostre montagne.

La risposta di Legambiente

Sul tema ha presi posizione anche Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta: «È di questi giorni la “sparata” del capogruppo leghista Preioni, che, dando prova di un integralismo “cieco e talebano” propone l’apertura di un programma di abbattimento dei lupi nella nostra regione. Come ampiamente dimostrato, non ultimo dal progetto Life WolfAlps, la convivenza con il lupo non solo è possibile, ma ampiamente auspicabile».

Specie protetta

«Quella del lupo – riprende Prino – è una specie protetta che crea equilibrio e maggiori servizi ecosistemici, grazie anche al contenimento naturale degli ungulati selvatici. Quella proposta dalla Lega è una finta soluzione che strizza l’occhio alla pancia, senza considerare che è scientificamente confermata come addirittura dannosa in quanto l’uccisione di individui adulti destabilizza il branco peggiorandone la tecnica di caccia, a tutto svantaggio del bestiame domestico».

Risarcire gli allevatori

Secondo Legambiente il mondo dell’allevamento va sostenuto nel tempo, anche finanziariamente, e aiutato nella scelta della giusta combinazione di precauzioni e di accorgimenti utili (recinzioni, cani da guardiania, personale aggiuntivo ad esempio).

Le proposte di Prino

«È importante – sostengono ancora gli ambientalisti piemontesi – che i sistemi di prevenzione funzionino e che i risarcimenti siano pagati tempestivamente. Inoltre bisogna affrontare la problematica dei danni causati dai cani, randagi e non, che possono essere attribuiti al lupo e acuiscono il problema. Occorre un’azione di informazione e formazione, rivolta non solo al settore dell’allevamento e dell’agricoltura, ma anche al mondo degli operatori turistici e nelle scuole».

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