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Il sogno di Didier si avvera e apre un negozio a 18 anni
Il sogno di Didier si avvera e apre un negozio a 18 anni.
Il sogno di Didier
“La moda dice anch’io, lo stile dice solo io”. Questo è il pensiero tradotto in parole da Didier Giunta, un giovane ragazzo, appena 18enne che ha deciso di iniziare la sua carriera da commerciante di abbigliamento. Lo ha fatto aprendo un negozio “Ghenez Shop” all’interno di un cortile di via Italia 51, un luogo che da ora in avanti sarà il suo regno, nato da un sogno che nutriva sin da bambino.
Il commerciante più giovane di Biella
Da un approfondimento, pare che Didier sia il commerciante più giovane della città.
«Sono molto emozionato – spiega il ragazzo -. Attendevo questo momento da sempre. Vedere un negozio colmo di abiti, le sue vetrine allestite e pensare che è tutto mio mi entusiasma da morire».
Un marchio nato dall’idea del giovane
Il punto vendita è caratterizzato dal fatto che, il marchio “Ghenez Shop”, è nato da un’idea di Didier. La maggior parte dei capi d’abbigliamento che si trovano sugli scaffali, in parte sono sue creazioni, o meglio, vengono caratterizzati da tocchi d’arte, come ad esempio cuori o fiori disegnati sulle magliette o jeans, spalline borchiate delle giacche: «Si tratta di una linea scelta da me – continua il ragazzo -. Spero che i giovani possano innamorarsi dei miei capi».
Tanta passione
Tanta è la passione che alla fine è sfociata nella creatività: «Ho deciso di aprire la mia attività in via Italia per un motivo ben preciso – , quello di dare una mano, nel mio piccolo alla rivitalizzazione del centro cittadino. Il salotto di Biella resta e resterà il centro. Spero che, tanti giovani come me, indirizzati al mondo del commercio abbiano il coraggio di mettersi in gioco. Attualmente sono da solo. In futuro, potrò contare sulla collaborazione di mia sorella Joyce. Sarei molto felice se, il mio marchio diventasse un franchising. Per ora non voglio rivelare nulla, ma c’è una possibilità che in un futuro non molto, lontano, quest’altro sogno possa trasformarsi in concreta realtà . Ci terrei nel ringraziare – conclude Didier – i miei genitori Francoise e Massimo».
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