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Biella, una città di morti

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Una città vecchia (siamo al 105° posto per i decessi) e che non cresce (al 108° per le nascite) di solitari (96° posto come numero di persone per famiglia); dati che ci pongono all’ultimo posto, il 110°, per il parametro aggregato “popolazione”. E poi ce n’è un altro, di centodecimo posto, che ci inquieta e preoccupa e che denuncia, da solo, il nostro disagio e che dovrebbe farci riflettere; quello dei suicidi. Amen.

“Non credo in certe statistiche. Biella? E’ ancora un bel posto dove vivere”. Questo il commento rilasciato da Marco Cavicchioli a una testata giornalistica a proposito delle recenti statistiche sulla qualità della vita nelle 110 province italiane, pubblicate da Italia Oggi. Le opinioni vanno rispettate, caro sindaco, ma anche la matematica, sulla quale la statistica si basa. Siamo d’accordo, “Biella è (ancora) un bel posto dove vivere”.

Che il Biellese sia un territorio gradevole per il suo paesaggio collinare ricco di verde e la presenza di corsi d’acqua montani lo sappiamo; che vanti angoli pregevoli dove godere in quasi solitudine il contatto con la natura anche; ci fa certamente piacere trovarne conferma nei numeri: siamo al 30° posto come qualità dell’ambiente e addirittura al 13° per il biossido d’azoto; carenti però nella depurazione delle acque: 73esimi. Sulle strutture dedicate al turismo siamo messi male (74° posto), ma la gestione dell’ATL è quella che è, quattro amici al bar; e nei prossimi 3 anni andrà peggio, senza la Passione di Sordevolo. I trasporti pubblici proprio non ce li filiamo: 88° posto in classifica.

Ma ora viene il bello, il tenore di vita; è qui che l biellese sale in vetta alla classifica ma i numeri, contraddittori, ci suonano la campana dell’ultimo giro. Tra i parametri considerati per attribuirci questo primo posto c’è infatti il valore degli immobili che, più è basso, più sale il tenore di vita; e infatti siamo al 10° posto con meno di 1.000 euro/mq per un’appartamento nuovo in centro. Poi ci sono gli sportelli bancari, tanti; con le pensioni siamo al 14° posto; spendiamo tanto e abbiamo tanti soldi in banca ma siamo al 20° per i prezzi al consumo. Dunque abbiamo tanti soldi ma le cose (e le case) costano poco, come ci trovassimo in luogo povero!

Tutto questo ci pone al 37° posto per la qualità della vita. Ma che benessere è mai questo? Una città vecchia (siamo al 105° posto per i decessi) e che non cresce (al 108° per le nascite) di solitari (96° posto come numero di persone per famiglia); dati che ci pongono all’ultimo posto, il 110°, per il parametro aggregato “popolazione”. E poi ce n’è un altro, di centodecimo posto, che ci inquieta e preoccupa e che denuncia, da solo, il nostro disagio e che dovrebbe farci riflettere; quello dei suicidi. Amen.

Paolo Mander

 

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