Attualità
Screening oncologico Prevenzione Serena, recuperati i ritardi anche grazie al Fondo Edo Tempia
Sono stati 34.180 gli esami effettuati tra il 2021 e il 2022 a Biella
BIELLA – Il programma regionale di screening oncologico Prevenzione Serena ha recuperato i ritardi di inviti e prestazioni accumulati con la pandemia e Biella, anche attraverso il lavoro del Fondo Edo Tempia, ha dato il suo contributo con 34.180 esami effettuati tra il 2021 e il 2022.
Ma il Piemonte guarda già al futuro, a partire dalle implementazioni tra prevenzione e ricerca, e per questo ha ospitato, da mercoledì 21 a venerdì 23, l’incontro biennale dell’Icsn, la rete internazionale di chi opera a vari livelli negli screening. La Fondazione Tempia, insieme al Centro prevenzione oncologica piemontese, ha curato l’organizzazione dell’evento che si è svolto all’Arsenale della Pace del Sermig, a Torino.
«Siamo stati antesignani della prevenzione e della diagnosi precoce» dice Viola Erdini, presidente della Fondazione Tempia «fin dai tempi in cui un camper diventò ambulatorio mobile per fermarsi nelle piazze dei paesi e portare quasi a domicilio mammografie e pap test alle donne. Il nostro impegno prosegue, con la collaborazione che forniamo a Regione e aziende sanitarie per i programmi di screening al seno, a Biella e Vercelli, citologico e al colon-retto. Inoltre, negli ultimi vent’anni la Fondazione ha promosso e realizzato importanti progetti innovativi ad alto valore tecnologico e scientifico, sempre in collaborazione con la sanità pubblica e le università e centri di ricerca. Per questo è importante un evento in cui le novità e le buone pratiche possano essere condivise».
Con 1,97 milioni di inviti inviati negli ultimi due anni alle persone che sono entrate nella fascia di età per i tre programmi di screening, il Piemonte ha messo in campo un grande impegno per recuperare i ritardi dovuti allo stop dei mesi della pandemia, a cui si sono sommati i rallentamenti nel periodo successivo, quando il virus ancora circolava. In provincia di Biella nel biennio sono stati effettuati 11.023 test citologici, 16.149 mammografie e 7008 esami al colon-retto: i primi si svolgono nella sede del Fondo Edo Tempia in via Malta 3, i secondi all’ospedale di Biella, con il contributo di personale che l’associazione mette a disposizione della sanità pubblica, e per i terzi è sempre il Fondo a curare distribuzione e ritiro dei kit.
Gli oltre 300 delegati da più di trenta Paesi arrivati a Torino hanno potuto ascoltare le caratteristiche degli screening sul territorio ma anche i passi in avanti di progetti che introducono la ricerca nei programmi di prevenzione. È il caso dello studio MyPeBs, finanziato dalla Commissione Europea, che ha reclutato cinquemila donne torinesi per valutare uno screening personalizzato del tumore alla mammella in base ai fattori di rischio o dello studio analogo Riscc sulla prevenzione dei tumori al collo dell’utero in cui si valuta la frequenza dei test in base ad anamnesi, fattori di rischio e vaccinazione contro il papillomavirus umano. C’è la partecipazione diretta del laboratorio di genomica della Fondazione Tempia nella ricerca che riguarda il tumore al colon-retto che ha l’obiettivo di misurare la somma dei livelli di emoglobina fecale in due test consecutivi per farli diventare un sistema per individuare chi è a rischio più o meno alto di ammalarsi, modulando in questo modo la cadenza degli screening. Sono oltre settanta i biellesi già coinvolti in questo studio, guidato da Carlo Senore del Centro prevenzione oncologica di Torino e finanziato dall’Airc.
Anche il progetto Andromeda ha visto in primo piano il laboratorio di genomica che ha seguito il reclutamento di oltre 8mila donne che, oltre a sottoporsi alla mammografia, hanno compilato un dettagliato questionario sugli stili di vita, fornito un campione di sangue e si sono sottoposte a misurazioni antropometriche. I risultati del progetto stanno per essere pubblicati: evidenziano nuovi marcatori utili per identificare la presenza di un tumore alla mammella e sottolineano l’importanza di controllare il proprio indice di massa corporea e di aderire alle raccomandazioni del Wcrf, il fondo mondiale per la ricerca sul cancro, per abbassare il rischio di sviluppare un tumore al seno.
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