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Roberto Franco, negoziante: «Non solo siamo senza soldi ma anche senza certezze»

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Una larga fetta del commercio è ancora ferma al palo in attesa della riapertura che potrebbe essere – il condizionale è d’obbligo – al termine della fase2 ovvero lunedì 18 maggio. Ammesso e non concesso che la situazione sanitaria nel frattempo sia migliorata.
«Quello che in questo momento è più difficile da affrontare – afferma Roberto Franco, titolare del negozio sportivo di via Vescovado e presidente dell’associazione Biella nel cuore – è l’assoluta mancanza di certezze, a partire dalla data di riapertura e sulle modalità di ripresa dell’attività stessa. Non vorrei che come spesso accade in questo Paese, eventuali interventi da attuare vengano comunicati all’ultimo momento».

«Tanto per fare un esempio – continua l’interessato – in questi giorni mi sono posto, al pari di altri colleghi, il problema della sanificazione dei locali. Se sarà un’operazione obbligatoria dovremo saperlo con un certo anticipo per avere il tempo necessario. Ma anche se fosse facoltativa, sarebbe auspicabile un contributo economico visto che per un’operazione del genere per il mio negozio mi hanno chiesto tremila euro. Una somma non indifferente già in condizioni normali che diventa impossibile da sostenere dopo due mesi di assoluta inattività. Ma ci sono questioni più semplici. Ad esempio sarebbe utile sapere qualcosa sulle modalità di accesso all’interno dei negozi da parte degli acquirenti: “In un negozio di 50 metri è consentita la presenza di una persona, in uno di 100 invece due”, ecc. Oppure vorremmo sapere se sarà obbligatorio mettere a disposizione della clientela prodotti igienizzanti. E così via. Avendo regole certe, ognuno di noi avrebbe il tempo per prepararsi realizzando percorsi adatti attraverso l’installazione di cartelli e segnali, si doterebbe di gel da mettere a disposizione del pubblico, ecc. Invece niente. Nessuno dice nulla».

Il problema economico è comunque il più assillante. «In queste settimane se ne sentono di tutti i colori ma al momento – continua Roberto Franco – di soldi se ne sono visti ben pochi per non dire niente. I famosi 25mila euro presentati dal governo come la panacea di tutti i mali, alla fine non sono altro che un prestito a condizioni meno onerose ma null’altro. Quindi un debito che si va ad assommare a quelli già sostenuti per continuare l’attività. Temo che il giorno in cui tutto questo finirà molti non riavranno più la forza di continuare».
Da qui la richiesta di un aiuto alle istituzioni.

«Come abbiamo fatto nel recente passato come associazione “Biella nel cuore” – continua – abbiamo già in mente altre iniziative per la ripartenza del commercio nel centro cittadino. Ma da soli non possiamo farcela. In questi giorni abbiamo aperto un tavolo di confronto con l’amministrazione comunale per affrontare la situazione. Le richieste sono quelle universali di tutta la categoria rappresentate dalla sospensione di tariffe e tributi locali in attesa della tanta auspicata ripresa. In tutti noi vi è la volontà di continuare, di ripartire ma la situazione venutasi a creare, assolutamente eccezionale, richiede oggi più che mai il sostegno del pubblico, in tutte le sue articolazioni».

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