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Ritorno in classe, in aula solo con la mascherina chirurgica, no a quella di stoffa

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Il Comitato Tecnico Scientifico dice no alla mascherina di stoffa, quella detta anche di “comunità”. In classe di andrà solo con la mascherina chirurgica.

Il Comitato Tecnico Scientifico dice no alla mascherina di stoffa, quella detta anche di “comunità”. In classe di andrà solo con la mascherina chirurgica.

Così come segnala La Repubblica, il CTS ha continuato a lavorare sul documento relativo all’uso dei dispositivi di protezione da parte degli studenti, i cui passaggi più importanti erano stari resi noti dal ministero della Salute già lunedì sera.

Tra i ritocchi c’è anche quello che mette in secondo piano le mascherine di comunità, delle quali nelle scorse settimane si era ipotizzato un utilizzo durante le lezioni. Gli esperti adesso raccomandano l’utilizzo delle chirurgiche, che vengono unanimemente considerate più sicure (sono certificate come dispositivi medici) per ridurre la circolazione del virus.

Tra le mascherine che saranno prodotte per la scuola (11 milioni gratis ogni giorno) si specifica che saranno adatte agli studenti di tutte le età, dai bambini delle elementari ai ragazzi delle superiori.

Gli alunni li troveranno nei loro istituti ogni mattina e le scuole dovranno organizzare la distribuzione in modo da evitare assembramenti. Con le mascherine pubbliche, tra l’altro, si avrà la certezza del ricambio giornaliero di questi dispositivi di protezione, che come ormai noto perdono efficacia se vengono indossati troppo a lungo.

La mascherina potrà essere imposta dall’autorità sanitaria in base al trend epidemiologico.

Il dato epidemiologico, le conoscenze scientifiche e le implicazioni organizzative riscontrate, potranno determinare una modifica delle raccomandazioni proposte, anche in  relazione ai differenti trend epidemiologici locali, dall’autorità  sanitaria che potrà prevedere l’obbligo della mascherina anche in  situazioni statiche con il rispetto del distanziamento per un  determinato periodo, all’interno di una strategia di scalabilità delle misure di prevenzione e controllo bilanciate con le esigenze della continuità ed efficacia dei percorsi formativi.

Nella scuola primaria, “per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (ad esempio il canto)”.

“Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria“, si legge in una nota.

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