Attualità
Risparmiamo altre ferite al centro storico di Biella
Pausa caffè, la rubrica di Giorgio Pezzana
Le altre città, quelle che ritengono di avere un centro storico da tutelare, da anni stanno investendo idee e risorse per salvaguardare i loro patrimoni, quelli che ne definiscono l’identità perché ne hanno tratteggiato la storia e legano con un filo indissolubile il passato al presente.
Il centro storico di Biella, per altro ricco di vestigia dense di significati come il borgo del Piazzo, rioni come Riva e Vernato, angoli come il Battistero e via Italia, un tempo “salotto” del capoluogo laniero, sembra interessare assai meno di quanto non lo siano il centro commerciale “Gli Orsi” o le ipotesi di altri analoghi luoghi/non luoghi commerciali e di aggregazione come l’annunciato “Le Vette Biella Retail ParK” tra Biella e Gaglianico (area ex filatura biellese) di cui per ora esiste solo l’annuncio.
Esperienze passate già ci hanno rivelato quanto effimeri possano rivelarsi questi annunci. Certo è che il nuovo centro, annunciato come una sorta di parco destinato al ritrovo ed all’evasione, dovrebbe essere caratterizzato, tra l’altro, da sette sale cinematografiche, bar, ristoranti, palestre e forse anche da una discoteca.
Ora, tralasciando la discoteca che pare non rispondere più alle esigenze dei più giovani, le sale cinematografiche mi parrebbero un’ulteriore spinta verso la desertificazione del centro storico considerando che tutte le sale cinematografiche del capoluogo, eccezion fatta per l’Odeon, sono concentrate in pieno centro. Difficilmente l’apertura di sale extramoderne in periferia, con parcheggi, bar e ristoranti intorno, non danneggerebbero in modo forse irreparabile quelle storiche in centro città.
E difficilmente della presenza di questo nuovo polo di attrazione non risentirebbero anche bar e ristoranti delle principali vie cittadine. Rischierebbe insomma di essere messo in affanno un intero sistema impoverendo ulteriormente un centro storico già martoriato e trascurato per effetto di scelte, talvolta necessarie (nuovo ospedale) talvolta meno nell’economia complessiva della gestione territoriale. Il nuovo fine a sé stesso non è sempre una soluzione vincente ed anche se per ora “Le Vette” sembra avere solo l’aspetto di un progetto un po’ velleitario, alcune rflessioni s’impongono.
Forse alcune iniziative, assai meno costose rispetto ai 12 milioni ipotizzati per il nuovo centro, potrebbero risultare più utili per rivitalizzare un centro storico ormai in perenne agonia.
Giorgio Pezzana
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Marco Maffeo
16 Novembre 2023 at 8:57
Cominciamo mandando a casa Corradino & Co
Ardmando
16 Novembre 2023 at 9:12
Ecco l’ennesimo articolo / opinione dettato da una mentalità retrograda. Il centro di Biella NON ESISTE, mettetevelo bene in testa. C’era un progetto per riqualificare via Italia e i commercianti e i proprietari degli immobili (oltre a questa amministrazione incapace) lo hanno affossato, perchè “calare le braghe” sugli affitti è una cosa che la potentissima e ricchissima Biella non si può permettere. Allora che il centro della città marcisca assieme a suoi proprietari, con tutte le vetrine sfitte come tante orbite oculari vuote.
A Biella non esistono cinema degni di questo nome, ma solo vecchie sale stantie che sono rimaste agli anni 70 e 80 e gli spettatori sono costretti ad andare a Borgovercelli per trovare un cinema moderno e degno, quindi ben venga la costruzione di una struttura che comprenda anche (FINALMENTE) un multisala, con tutte le ricadute economiche che solo i miopi, i vecchi e gli ottusi non riescono a vedere. Ben venga un centro commerciale nuovo che comprenda ristoranti, multisala, attività commerciali e parcheggi, che in ogni caso non sarebbe “a Biella” ma in un comune vicino, molto più furbo di Biella. Esattamente come avvenne per l’ospedale. Già perchè la potentissima e ricchissima Biella non è stata capace nemmeno di tenere l’ospedale provinciale sul proprio territorio, non perchè non ci fossero terreni adatti alla costruzione (e ricordiamo la piaga infame della scelta del terreno dove sorge attualmente l’ospedale, con tutti i problemi che ne hanno marchiato in modo indelebile la costruzione e ricostruzione e che ne segneranno il destino negli anni a venire). Biella è morta, mettetevelo in testa. Non ha collegamenti ferroviari degni. Non ha (ancora) collegamenti autostradali. Non ha un sistema di trasporto pubblico efficiente. Non ha attrattive. Non riesce nemmeno a mantenere attiva una “funicolare” per l’unica area di pregio e interesse turistico.
Le riflessioni che occorre fare riguardano articoli / opinioni come quelle pubblicate qui e su altri giornali della provincia, che esprimono perfettamente il vecchiume e la resistenza al cambiamento figlie di una ideologia pachidermica e inamovibile, quella che ha sepolto Biella sotto tonnellate di indifferenza, malagestione e polvere dei decenni. Difendere il centro di Biella è accanimento terapeutico, ci hanno provato in tanti a rianimarlo, ma la morte cerebrale è ormai conclamata. Il centro di Biella non offre nulla, non ha parcheggi, non ha attività commerciali di interesse, è solo un lungo e brutto “corridoio” di sampietrini sconnessi e saracinesche abbassate per sempre. Un po’ poco per tentare una qualsiasi terapia per rianimarlo. La nostalgia per il passato fa a cazzotti con la logica commerciale, specialmente al giorno d’oggi! Le attività imprenditoriali e i capitali hanno bisogno di visibilità, modernità, servizi. Il centro di Biella non offre NESSUNA di queste cose. Ben venga quindi la realizzazione di un centro commerciale “Le Vette” a Gaglianico. Le Vette sono quelle sulle quali credono ancora di essere seduti certi biellesi nostalgici, e dalle cui sommità credono di potersi permettere di guardare dall’alto il resto del Mondo. La gloria di Biella è finita oltre 30 anni fa, fatevene una ragione, pensate al cambiamento che è inevitabile (come recita il murales di una famossissima industria tessile della vicina Valdilana) e concentratevi su di esso: il cambiamento va abbracciato non combattuto. Attirare clienti e turisti è la chiave per portare più persone a Biella, e invece di combattere il nuovo che avanza a Gaglianico, Biella dovrebbe farne tesoro e lavorare in sinergia per sfruttare l’onda di novità. Clienti e turisti devono essere invogliati a visitare Biella e il suo “centro”, ma non nello stato di abbandono in cui versa attualmente. E non bastano le quattro attività in croce che ancora resistono in via Italia per giustificare la presenza di un cliente o un turista. Puoi attirarli se lavori in sinergia con le nuove attività commerciali e rendi il centro cittadino appetibile, servito e conveniente economicamente. Tutti requisiti che mancano dolorosamente in via Italia (e zone attigue, beninteso).
Quindi Sig. Pezzana, smettiamola di frignare con aria nostalgica su un passato che non tornerà mai più e abbracciamo il cambiamento che porta denaro e lavoro a tutti quelli che ci credono. I nostalgici moriranno di nostalgia e di fame, ma questo è parte del cambiamento inevitabile. Via il vecchio e avanti il nuovo.
Renato
16 Novembre 2023 at 22:41
per la cronaca la ex filatura biellese è a Biella e non a Gaglianico
Paolo
16 Novembre 2023 at 10:27
un giorno signor Ardmando lei ha ragione su quasi tutto. Io sono un commerciante e proprietario di un negozio in via Italia e sinceramente sentirmi dire che MARCISCA il centro poteva anche risparmiarsela Per il resto invece ha ragione anzi no le chiedo scusa per quanto riguarda i nuovi centri commerciali, come lei sicuramente sa, il nuovo centro commerciale di Milano (Merlata) non riesce a trovare i dipendenti perché le persone si sono stufate di andare a lavorare senza avere un contratto definitivo quindi su quello avrei qualche riserva per il resto pienamente ragione Grazie
Maurizio
16 Novembre 2023 at 12:26
Sig. Armando lei è un gran maleducato a dare dire che via Italia marcisca è un insulto ai commercianti che riescono a tirare avanti giorno per giorno. Giusto che si guardi avanti. Ma giusto anche che il sig sindaco di Biella si dia una mossa a fare rivivere Biella con qualcosa di moderno, abbiamo una funicolare ferma da mesi, con locali al piazzo che stanno rischiando il fondo del barile. In questi anni .non ha fatto nulla il sindaco, anzi ogni giorno è peggio.
Vilma
16 Novembre 2023 at 16:05
concordo pienamente con il Signor Pezzana, il centro di Biella, che esiste anche se a qualcuno la cosa può dare fastidio, è bello! Basterebbe così poco per renderlo nuovamente attraente per tutti: feste di strada il sabato e domenica e la gente riprenderebbe a girare con gioia di tutti,in primis dei commercianti.
Ripristinare il collegamento ferroviario diretto con Milano, basterebbe anche un treno Biella Rho Fiera Milano non occorre arrivi a Garibaldi o Centrale, la città si ripopolerebbe .
Non capisco come i turisti possano essere attirati dagli Orsi o da un altro mostro simile, visto uno visti tutti!cosa ci vanno a fare? molto meglio un aperitivo ai Giardini Zumaglini,magari rimettendo all’ onor del mondo lo spazio concerti: musica dal vivo per ogni fascia d’età! ops ci vorrebbe anche un bagno pubblico!
Per non parlare del Piazzo,non tocchiamo il tasto dolente della funicolare, ma quanto belle sono le varie coste? Quanto bello è il Gorgomoro? via e la piazzetta di Riva? via Quintino Sella e il Vernato?o i giardini Zumaglini? Insomma Biella è bella alla faccia di tutti i centri commerciali e mostri simili!
Ardmando
16 Novembre 2023 at 18:19
In risposta ai vari Paolo e Maurizio: il mio affermare che il centro può marcire è volutamente una provocazione. Sappiate che è per colpa di chi dall’alto ha deciso che Biella doveva morire che oggi siete (siamo) in questa situazione. Troppi decenni di immobilità a crogiolarsi davanti all’immagine sempre più sbiadita e anacronistica di “Biella città più ricca d’Italia”. Spiace anche a me vedere Via Italia “marcire” ma è la realtà dei fatti signori miei. Biella non riesce a dotarsi di collegamenti e infrastrutture, Biella è abbandonata a se stessa, da amministrazioni (presente e precedenti) totalmente incapaci di imprimere quel cambiamento che forse è troppo tardi per avviare. Allora per paura della “concorrenza” cosa si fa? Si dice no a prescindere al nuovo, nella speranza che il vecchio si rinnovi, con la fantasia principalmente. Sono maleducato? Me ne faccio una ragione, ma dico le cose come stanno e la verità è sempre scomoda e dolorosa: Biella è morta dentro. Non venitemi a dire che è una città moderna e all’avanguardia per DUE manifestazioni in croce che si tengono all’anno (il mercatino europeo dei prezzi gonfiati e Bolle di malto). Biella viene valorizzata a parole dai biellesi che parlano ad altri biellesi. Trovate il modo di portare la gente in città, gente che venga da fuori. Piangersi addosso non cambierà la realtà dei fatti e lo stato di abbandono di tante (troppe) strutture attorno al centro e in generale per Biella è sintomatico della “marcescenza” di questa città. Se a Gaglianico (che non è Biella) vogliono investire per un centro commerciale con multisala (perchè ribadisco che a Biella di cinema degni di questo nome NON CE NE SONO), ben venga. Trovate il modo di costruire una sinergia.
fabrizio lovati
16 Novembre 2023 at 18:59
Accettiamo le provocazioni affinché producano riflessioni positive. È vero che le amministrazioni precedenti e passate non sono riuscite a dare una svolta al lento declino della città, ma se guardiamo bene il rinnovamento non si vede pure tra chi si occupa della politica locale. Sono più o meno sempre gli stessi che si alternano sugli scranni del parlamento cittadino. Finiamola di lamentarci e dedichiamoci alla vita politica della città, non mi sembra di vedere masse di giovani che partecipano attivamente alla vita politica di qualsiasi formazione politica, tranne poche eccezioni. Chiedete ai vari rappresentanti politici locali se è facile avere giovani adesioni alle loro liste. È ora di darsi una mossa tirarsi su le maniche e agire basta lamentarsi.