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Rischia di chiudere l’alimentari della Spolina: “Cedo l’attività con grande dispiacere”

Parla l’attuale titolare, Giovanna Marostica, classe 1971, originaria della Valle Cervo

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COSSATO – Rischia di chiudere l’ultimo negozio di quartiere di generi alimentari. La gestione della piccola attività alla frazione Spolina era stata rilevata da Giovanna Marostica, classe 1971, originaria della Valle Cervo, due anni fa.

Rischia di chiudere l’alimentari: “Costretta a cedere l’attività per motivi familiari”

«Per motivi di famiglia e con tanto dispiacere, sono costretta a cedere “La tavola di Bacco” – spiega -. È una decisione che ho preso da pochi giorni e non posso fare diversamente».

Il negozio situato nelle frazioni rende ancora un servizio alla comunità?
Certamente sì. Anche se al giorno d’oggi ci spostiamo con più facilità, non tutti possiamo farlo quotidianamente e penso soprattutto alle persone avanti negli anni. Il volume di lavoro si è chiaramente ridotto rispetto a trent’anni fa, quando i supermercati non erano ancora così diffusi e i piccoli negozi avevano margini di guadagno diversi. Il punto di forza delle piccole attività rimane il prodotto particolare, di nicchia. Per me è lo spillatore di vino sfuso, che in zona non sono in molti ad avere.
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“Dispiace molto, perché con alcuni clienti si sono creati bei rapporti di amicizia”

Giovanna, cosa è stata questa esperienza per te?
È stato un periodo positivo della mia vita che mi ha dato la possibilità di conoscere tanta gente nuova. Con i clienti più fedeli si è instaurato un bel rapporto di amicizia, quindi abbiamo scherzato, chiacchierato e anche spettegolato. Gli “anzianotti” vengono in negozio e a volte si confidano. Ci sta. Bisogna saper ascoltare e a volte fare un po’ da psicologo. È una questione di fiducia. Se poi non vedo alcune persone per un po’ mi preoccupo. Adesso, per esempio, c’è un signore che non passa da me da almeno tre settimane e sono in pensiero per lui. Bisogna dire, però, che anche con chi è venuto sporadicamente si è sempre instaurato un buon rapporto. A volte è entrato anche qualche antipatico, che logicamente ho comunque cercato di servire nel migliore dei modi.

“Spero di trovare qualcuno interessato a proseguire il lavoro”

Come sei arrivata a gestire un negozio di quartiere?
Finito il ciclo di studi, avevo lavorato per tanti anni in fabbrica, in una ditta tessile di Tollegno. Quando il reparto in cui ero impegnata è stato chiuso, mi ero guardata intorno e mi era piaciuta l’idea di entrare nel settore alimentare. Avevo così avviato in gestione con un’amica un negozio di generi alimentari a Miagliano. Il periodo Covid però ha cambiato il mercato e ognuna di noi ha proseguito con attività distinte. Io ho rilevato il negozio alla frazione Spolina, che rimane aperto tutto il giorno, e fin dall’inizio mi sono trovata bene. Ho una clientela non proprio giovane, molti sono interessati all’acquisto di vino sfuso, appunto, mentre i ragazzi si fanno vivi nelle festività, alla ricerca di bottiglie da regalare. Spero almeno di trovare qualcuno che sia interessato a proseguire il lavoro per dare continuità al servizio in borgata.

Anna Arietti

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