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Rallenta la crescita dell’economia piemontese

Il prodotto interno lordo rimane comunque positivo + 2,7%.

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Il Pil del Piemonte rallenta nel quarto trimestre a causa della guerra in Ucraina e del caro bollette, ma nel 2022 cresce del 2,7%.
Sono le stime del Comitato Torino Finanza presso la Camera di commercio di Torino, che grazie al modello del Pilnow può dare precise indicazioni sull’andamento dell’economia su scala regionale con largo anticipo rispetto all’Istat. Nel quarto trimestre – l’ottavo consecutivo – c’è stato un aumento (+1,9%, contro +1,7% del dato italiano) rispetto allo stesso trimestre del 2021, ma per la prima volta da dopo la pandemia, compare una variazione negativa rispetto al trimestre precedente (-0,2%). Se la variazione congiunturale è negativa (-0,2%), la prossima variazione tendenziale (rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente) continuerà a ridursi.

Non si può parlare di recessione, anche perché il valore della crescita nel 2022 è così buono che il 2023 partirà con una crescita di 0,3 punti percentuali.
Se i consumi e le esportazioni tenessero, si potrebbe evitare la recessione. La guerra in Ucraina ha colpito di più la manifattura, scesa nel 2022 sotto la media nazionale (+2,7% contro +3,9%). Secondo il Comitato Torino Finanza ci si deve attendere una riduzione della tendenza a crescere anche nel primo trimestre del 2023. Il Pilnow ha raggiunto a dicembre del 2022 il valore di 147,5 miliardi (33.861 euro pro capite), corrispondenti a un Pil costante (a prezzi del 2015) di 131,3 miliardi.
Durante la crisi pandemica il Pilnow piemontese era sceso da 133,6 a 120,6 miliardi. Mancano ancora 2,3 miliardi per tornare ai livelli precovid, pari a 6-9 mesi di crescita, mentre mancano 11,9 miliardi, cioè 4 anni di crescita continua, per tornare ai livelli del 2008 (143,2 miliardi).

«Il Pilnow ci mostra un’economia piemontese che regge, nonostante l’incertezza legata al conflitto in Ucraina, con le perduranti difficoltà di approvvigionamento e le pressioni inflazionistiche. Per il settore industriale della nostra regione il 2023 sarà un anno pieno di incognite. C’è da dire che la frenata dei prezzi del gas e dell’energia elettrica è un’ottima notizia», commenta Vladimiro Rambaldi, presidente del Comitato Torino Finanza. “I dati ci mostrano un Piemonte fragile e in rallentamento, che però non vuole demordere dal continuare a produrre e investire in beni, prodotti, e servizi. Una regione che non si arrende nonostante un quadro complesso sia a livello nazionale che internazionale. Sono però molte le iniziative messe in campo dalle istituzioni del territorio per sostenere il tessuto economico, tra cui non possiamo dimenticare quelle del Pnrr e dei bandi Fesr 21-27», è il commento del presidente di Unioncamere Piemonte, Gian Paolo Coscia.

Foto d’archivio

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