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Quelli che… lavorano gratis e spendono di più

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BIELLA -Mentre proseguono le discussioni per approdare alla composizione di un nuovo Consiglio di amministrazione della Seab, la società che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti sul territorio biellese, una prima certezza pare farsi largo: aumenteranno le bollette. Vale a dire che, intorno alla fuffa di questi mesi, fatta di intrugli politici, bilanci in affanno e attese di ricette miracolose per procedere ad un rilancio della partecipata, per ora l’unica risposta concreta che si prospetta la dovranno dare, tanto per cambiare, gli utenti.
Coloro cioè che ogni giorno si fanno carico di smistare il pattume nelle proprie case: carta con la carta, vetro da conferire nelle ”campane”, plastica nei sacchi della plastica, indifferenziata in un bidoncino a sé, umido nel composter dell’orto, per chi ha un orto, diversamente umido in un altro bidoncino, lottando in questa stagione contro mosche ed insetti vari che proprio dall’umido traggono spesso un insperato alimento pronto per il consumo. Benissimo.

Dopo aver dato il nostro contributo (gratuito) al lavoro degli operatori ecologici, ci spostiamo al supermercato dove, con sempre maggiore insistenza, stanno cercando di convogliarci verso le casse automatiche. Perché dare posti di lavoro alle cassiere con le quali può accadere talvolta di scambiare una parola? Meglio il rigoroso silenzio delle casse automatiche dove le cassiere di fatto siamo noi (gratuitamente). Ed è bello vedere come intere famigliole si ingegnino per capire come funziona questa nuova magìa tecnologica, magari sbuffando poco dopo perché i figli non trovano lavoro. E giunge il momento del pieno di benzina. Cambiamo giacca e diventiamo benzinai (ancora gratuitamente, certo). Siamo al distributore “fai da te”, infiliamo le banconote o il bancomat nell’apposita fessura, indossiamo scomodissimi guanti di plastica per non avere nelle mani, per ore, olezzo di carburante, afferriamo la pompa e proviamo l’ebbrezza di un nuovo mestiere. E poco dopo, eccoci al casello autostradale dove una voce metallica ci indica, con una cadenza raggelante, dove dobbiamo infilare il biglietto per il pedaggio, dove le banconote e dove viene elargito il resto; cadono alcune monetine, finiscono sotto l’auto, la portiera non si apre perché abbiamo accostato troppo la biglietteria automatica, siamo soli e non possiamo scendere, qualcuno dietro comincia a spazientirsi ed a suonare il claxon, ripartiamo smoccolando, dimenticando che abbiamo appena finito di fare i casellanti (anche in questo caso, gratuitamente). E quando viene sera, ci ritroviamo seduti sul letto a pensare a quanti mestieri, oltre al nostro, siamo riusciti a fare in un solo giorno, ricavandone in cambio l’aumento delle bollette della Seab, i maggiori costi di frutta e verdura al supermercato causa emergenza Covid, l’inamovibilità delle accise sulla benzina che risalgono ai tempi delle guerre coloniali e un aumento (ma lieve, perché per le gestioni autostradali questi sono i tempi della vergogna) dei pedaggi (non considerando naturalmente le monetine finito sotto l’auto). Spegniamo la luce con un vago senso di turbamento.
Giorgio Pezzana

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