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«Quando mio figlio Raffaele è morto nell’incidente ho scoperto di essere di nuovo incinta»

Catia Giove intervistata dal Corriere: «Noi devastati, speriamo che la bimba porti un raggio di sole»

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BIELLA – «Avevo appena seppellito mio figlio quando l’ho scoperto…». Inizia così la commovente intervista rilasciata al Corriere della Sera da Catia Giove, la mamma di Raffaele Petrillo, una delle tre giovanissime vite spezzate dalla tragedia di Busonengo.

La donna, contattata dalla redazione del quotidiano che sta dedicando ampi servizi alle vittime della strada, ha accettato di parlare del proprio dolore alla giornalista Giusi Fasano, confidando di essere incinta e di esserne venuta a conoscenza proprio nei giorni in cui viveva il più terribile degli incubi per un genitore.

Oggi al quinto mese di gravidanza, è costretta a convivere tra la gioia per la piccola che cresce nel suo grembo e il dolore per la perdita di un figlio di soli 17 anni.

La bambina non si chiamerà Raffaella, perché Catia non vuole legare il nome della nascitura a quello che è stato il colpo più duro della sua esistenza: «All’inizio non volevo tenerla, non me la sentivo – confessa nell’intervista al Corriere -. Poi ho pensato: non puoi lasciare che la morte si prenda tutto e sfasci la tua famiglia. Se me lo chiede adesso le dico sinceramente che non riesco a essere felice nemmeno se penso al suo arrivo, ma spero tanto che questa bimba diventi per me, per noi, una benedizione, un raggio di sole dopo Raffaele».

La 38enne ha ripercorso anche gli angoscianti momenti di quella maledetta alba del 5 giugno, quando il suo Raffaele e gli amici Alessandro Messina, 17 anni, e Carmine Marotta, 21, persero la vita mentre tornavano a casa.

La telefonata ricevuta nel cuore della notte “Raffaele ha avuto un incidente”, con la persona all’altro capo del telefono che non trovò il coraggio per dire a una madre tutta la verità: «Quando io e mio marito siamo arrivati lì – si legge ancora nell’intervista – li avevano appena tirati fuori dalla macchina. Non ci hanno fatto avvicinare ma non serviva avvicinarsi per capire che non sarebbe mai più tornato a casa».
Un istante che ha segnato per sempre le vite dei due genitori, che oggi provano ad andare avanti per gli altri tre figli e per la piccola in arrivo, anche se non è facile di fronte all’immenso vuoto lasciato da Raffaele.

Una ferita impossibile da rimarginare, che si riapre e sanguina a ogni notizia di cronaca nera sulle strade italiane: «Sono diventata apprensiva, sento addosso la paura che succeda di nuovo qualcosa. E poi mi fa male sapere di qualunque incidente. Quel Francesco morto a Roma – conclude, facendo riferimento alla tragica scomparsa a Roma di Francesco Valdiserri -, il figlio dei vostri colleghi giornalisti… ho pianto per lui, per la sofferenza della sua famiglia».

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