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Quando ai Giardini mangiavamo il gelato sul muretto

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Un tempo l’ex presidente della Provincia Orazio Scanzio decise di illuminare il Mucrone come segno distintivo per il territorio. Quante volte arrivando da Carisio nell’avvicinarmi a casa era possibile scorgere questa parte di montagna illuminata e suggestiva. Certo le polemiche e l’ironia non mancarono, ma bisogna dare atto che fu un segnale, magari più simbolico che altro, da parte di quell’amministrazione per dire che Biella voleva esserci, idealmente voleva accendere una luce su se stessa per dire guardatemi, anche da lontano, ci sono. Quella stagione, con quel tipo di iniziative anche un po’ fuori dalla “biellesità cronica” durò poco ma ci sono ancora oggi tante persone che se lo ricordano.

E oggi? Oggi che i social sono un ‘opportunità di visibilità enorme, oggi che fanno parte al 100% della vita reale di ciascuno di noi, quella luce sul nostro territorio potrebbe trovare nuove modalità di diffusione….E invece? E invece siamo qui, ancora qui di fronte al nulla piatto del presente.
Essere ottimisti aiuta, e da queste righe lo siamo e lo vogliamo essere. Ma credetemi non è facile… I lavori della piscina sono in ritardo, al villaggio manca l’allacciamento del gas e bisogna pazientare, per le buche nelle strade occorre pazientare, se il verde e le foglie straripano bisogna pazientare o, in alternativa, provvedere da soli, la funicolare rimane bloccata ma la gente pensa che funzioni, le ciclabili le togliamo tanto non le usa nessuno se non gli extracomunitari. L’impressione è che non si abbia più nemmeno la voglia di capire il perché delle cose: di fronte al nulla si risponde con il silenzio.
L’unica cosa che sembra destare l’attenzione è il DASPO ai giardini pubblici, peccato non sia una novità. La Biella degli anni ‘70, anche per un immigrato appena arrivato dalla Campania come me, rappresentava una piccola Svizzera, pulita, ordinata, con grandi possibilità di lavoro. E a proposito di giardini Zumaglini ricordo che si andava a prendere il gelato da Bertinetti con questa gelateria al centro del parco cittadino, lo storico Chalet, dove ci si poteva sedere per prendersi un gelato e conversare. Molte volte chiedemmo di sederci anche noi, giovani meridionali senza troppi soldi in tasca o vestiti eleganti ma ci venne sempre detto: “No, lì non vi potete mettere, vanno solo le persone di un certo tipo..”. E così noi si rimaneva a mangiarci il gelato sul marciapiede e a guardare chi poteva sedersi…
Altri tempi, certo, ma il DASPO di allora, quello “di classe” era forse ancora più strumentale di quello di adesso. A ripensarci ora viene da sorridere, anche se per noi meridionali non è stato facile. Biella però alla fine ci accolse come figli adottivi, gettando un po’ della sua luce di allora su di noi. Il problema oggi non è tanto la sicurezza o l’ordine pubblico: il problema è che oggi Biella quella luce non ce l’ha più. Trovare chi la possa riaccendere di nuovo la sfida per il futuro… Si accettano candidature…

Luigi Apicella

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