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Putin e Zelensky protagonisti dell’opera di Giovanni Rosazza

«La guerra non è un gioco e a subirne le peggiori conseguenze sono bambini innocenti»

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putin e zelensky protagonisti dell'opera di giovanni rosazza

Putin e Zelensky protagonisti dell’opera di Giovanni Rosazza. La vita come una scacchiera. Uomini donne e bambini attoniti e inermi mossi come pedine in un gioco insensato e folle in cui a perdere è, sempre e comunque, l’esistenza umana.

I colori del cielo sullo sfondo sono quelli di un’umanità al tramonto. La luce dorata che si riflette sull’acqua crea un’atmosfera quasi apocalittica. L’attimo prima di una notte buia che rischia di divenire eterna. Nessun vincitore in questa partita, se non la follia.

Putin e Zelensky protagonisti dell’opera di Giovanni Rosazza

È così che l’artista biellese Giovanni Rosazza ha raffigurato nella sua nuova opera: “Antinomia”. Un acrilico su tela di 70 per 100 centimetri, il terzo della serie di dipinti “Oltreconfine”, l’insensatezza dei conflitti armati che agitano il nostro mondo in questi tempi. Le figure dei due scacchisti, Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, impegnati a studiarsi a vicenda prima della mossa successiva, rimandano naturalmente al conflitto in territorio ucraino. Ma l’immagine può essere usata come emblema di tutte le guerre.

«Ho dipinto la scacchiera volutamente al contrario – commenta l’artista – stravolgendo le regole sulla “prima mossa” per lasciare il dubbio o la libertà di interpretazione se la guerra sia iniziata nel 2014 o nel 2022. Putin, in giacca e cravatta, accenna un sorriso per sottolineare la superiorità militare. Zelensky, vestito casual (un contrasto anche visivo tra due mondi e ideologie differenti) ha più un’espressione di sfida. Sulla scacchiera non ci sono soldati ma civili, molti dei quali con le braccia conserte, quasi in sconfortante attesa. Aspettano immobili e ignari le macchinazioni che determineranno il loro destino. Al centro un bambino, unica “pedina” rivolta verso l’osservatore e posizionata a cavallo tra i riquadri bianchi e neri perché non può e non deve avere un’appartenenza. L’infanzia rubata e indifesa è la vera vittima di una guerra che ha preso una forma surreale».

L’opera nata dalla indiscussa maestria tecnica di Giovanni Rosazza è un atto di denuncia. È un invito alla riflessione profonda sulle dinamiche di potere, la natura delle decisioni strategiche e l’impatto di queste sulla vita delle persone comuni.

Rosazza, attraverso un uso sapiente ed efficace del simbolismo, crea un’immagine che è tanto affascinante quanto inquietante. Un richiamo potente a considerare le forze complesse che modellano il nostro mondo.

La scena si svolge sullo sfondo di un tramonto intenso, dalle tinte drammatiche. La scacchiera fluttua sul mare, elemento naturale instabile e imprevedibile per eccellenza, come instabili e imprevedibili sono le conseguenze delle azioni dei giocatori sul destino dell’umanità.
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