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Post Covid-19, verso una nuova economia

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BIELLA – Il Covid ha svelato i limiti di una globalizzazione spinta, senza contrasti, da un sistema economico liberista, su cui la politica non ha più controllo. Ce ne siamo resi conto in piena emergenza sanitaria quando, scarseggiando le forniture cinesi, produrre mascherine e camici, anche in un distretto tessile come il nostro, sembrava comunque uno sforzo erculeo.
Eppure ci siamo riusciti, grazie certamente alle competenze di aziende locali, ma soprattutto per aver compiuto lo sforzo di pensare ad un bene comune.

Per il Biellese è stato un cambio di paradigma rispetto ad una tradizione industriale fondata sull’alta specializzazione che, dopo l’avvento delle grandi crisi, ha dimostrato tutta la sua fragilità. La produzione locale ha subito così un piccolo impulso vitale, in una direzione inaspettata fino a poco tempo prima. Siamo diventati più consapevoli di quanto sia determinante per la sopravvivenza del Biellese anche la diversificazione produttiva locale e quanto sia strategico il settore agro-alimentare, non solo perché le difficoltà riavvicinano l’uomo alla terra, ma perché in essa possono attecchire tasselli di una nuova economia, sostenuta spesso da giovani produttori che riescono a declinare una tradizione al tempo futuro.

Reimpostare un sistema che dia più spazio ai territori e alle comunità potrebbe così consentire ad alcune produzioni vinicole locali, rese eccellenti da terreni e condizioni climatiche favorevoli, di consolidarsi sul mercato internazionale.

Certamente il PIL risentirà a lungo degli effetti del virus, ma ravvivare le economie locale è ora l’unica possibilità per poter sperare in un futuro per il Biellese.

Vittorio Barazzotto

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