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Più di una lettera al mese, dall’inizio del Covid, all’Ospedale di Biella per ringraziare gli operatori

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BIELLA – “Questa è una storia. Quella del signor Michele. La raccontiamo perché lo tsunami del covid nelle nostre vite non porta solo dolore ma anche scoperte…delle nostre potenzialità, in cui forse non crediamo mai abbastanza, di che cosa possono essere capaci le persone intorno a noi, di come rispondono alle necessità o di come si sentono chiamate a fare del bene anche se nessuno glielo chiede.

Michele è un cittadino biellese che dall’inizio della pandemia da covid-19 ha scritto, imbustato e spedito 15 lettere indirizzandole al nostro ospedale, per sostenerlo con un gesto e con le sue parole, ogni mese e anche più volte dall’aprile scorso.

Sappiamo solo dove vive e lo immaginiamo nonno con nipotini intorno che scrivono insieme a lui queste lettere, affinché, con la scusa di aiutarlo, imparino che sono i gesti semplici quelli capaci di lasciare il segno e andare più lontano.

Michele è una persona speciale, di quelle che senza accorgersene sono capaci con poco di cambiare il mondo e senza dubbio il nostro modo di guardarlo…definisce, infatti, “modesto il suo contributo” (al contrario, per noi non lo è) ma ciononostante non vuole farlo mancare, perché sa e ricorda a tutti noi che “ogni cosa che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non la facessimo, all’oceano mancherebbe” – come insegnava Madre Teresa.

Questa storia, piccola quanto preziosa nel suo significato, la dedichiamo agli operatori dell’ASL di Biella, perché abbiano sempre presente che Michele e quelli come lui, e sono tanti, sono sempre là fuori a fare il tifo per loro.

Che cosa c’era scritto nel biglietto che ha scelto e spedito a inizio dicembre? “Gli auguri più sinceri sono quelli che sono fatti con il cuore…tanti auguri!”.

Con il cuore, da tutti noi, grazie davvero Michele e buon Natale”

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