Attualità
Per salvare l’anno scolastico anche i moduli pre-fabbricati
BIELLA -Davanti alla granitica certezza della ministra Lucia Azzolina che continua a ribadire che il 14 settembre riprenderà la scuola, gli amministratori locali fanno i conti sugli spazi effettivamente disponibili per la ripresa dell’anno scolastico in assoluta sicurezza.
Per quanto riguarda le scuole della città di Biella, i problemi sono legati al rifacimento della scuola media Marconi e dell’elementare Gromo Cridis. A causa del ritardo accumulato a seguito del lockdown, alcune sezioni delle due scuole potrebbero essere costrette a un’iniziale trasferimento nella rinnovata ludoteca del Villaggio Lamarmora in attesa del completamento delle opere. Fermo restando che l’obiettivo dell’amministrazione comunale è il completamento delle opere entro la fatidica data del 14 settembre.
Sul fronte degli istituti superiori che dipendono dall’amministrazione provinciale le problematiche sono due. Per quanto riguarda l’istituto Alberghiero di Cavaglià, dichiarato inagibile perchè non più rispondente alle normative antisismiche, studenti e insegnanti saranno ospitati in appositi moduli prefabbricati che verranno installati nei pressi del centro polivalente. Il costo dell’operazione sarà di circa 160mila euro annui tutti a carico dell’ente. Nella vecchia struttura rimarranno invece le cucine. Stessa soluzione – quella dei prefabbricati – che verrà adottata anche per ospitare un centinaio di studenti del liceo di Cossato.
Così come accade per il comune di Biella, anche in questo caso è una corsa contro il tempo. Difficilmente le strutture mobili saranno pronte per il primo giorno di scuola ma entro il mese di ottobre la situazione dovrebbe essere stabilizzata. Nel frattempo gli studenti di Cavaglià verranno a scuola a Biella mentre quelli i liceali faranno lezioni sempre a Cossato.
Quanto alle regole per il rientro a scuola, ancora nella giornata di ieri la ministra Lucia Azzolina ha riaffermato la propria posizione: «Bisogna rispettare le regole. Un metro di distanza. Se non ci sono le condizioni, nel rapporto spazio/numero di studenti, bisognerà usare le mascherine. “In via provvisoria, per garantire l’avvio dell’anno scolastico’, questo dice l’ultimo rapporto del comitato tecnico scientifico. Ne daremo 11 milioni al giorno. Nulla vieta poi che il dirigente scolastico disponga – solo per la secondaria di secondo grado – la didattica a distanza per alcuni gruppi. Non c’è la scuola, ci sono le scuole: ogni situazione è diversa e l’autonomia dei dirigenti molto ampia».
Intanto è scontro aperto con i i sindacati accusati da Azzolina di remare contro: «Nella scuola – è stato il commento di Lena Gissi, segretaria della Cisl Scuola – abbiamo un modello: lavorare di più e apparire di meno. Da sempre abbiamo imparato a remare per portare la nave in porto, ci rendiamo conto che la ministra vuole fare il comandante modello Schettino».
Non da meno è stato Francesco Sinopoli, segretario della Flc-Cgil: «Al netto del fastidio e dello sconcerto che proviamo il fatto grave è che di fronte a un disastro, che noi avevamo previsto e rispetto al quale abbiamo cercato di dare il nostro contributo per evitarlo, la ministra cerca di scaricare le responsabilità che sono le sue e del governo. Ma questo tentativo imbarazzante di attribuire la colpa al sindacato non funzionerà».
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