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Patrizia Vintino racconta il rapporto con la sua gattina: «La porto sempre con me»

«Brigitte è diventata la mia migliore amica, so per certo che non mi tradirà mai. È come se fosse la mia bambina»

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BIELLA – Quello che c’è tra Patrizia Vintino, signora biellese di 66 anni con lo spirito di una ragazzina, e la sua adorata gattina Brigitte Bardot è un rapporto magico, fatto di cura, affetto e vicinanza reciproca. Da due anni a questa parte, Brigitte è il centro della giornata di Patrizia, che la porta sempre con sé in giro per la città. Questa abitudine ha reso le due una vera e propria icona biellese, tanto che Brigitte è diventata ormai la mascotte dell’Esselunga di via Lamarmora. È Patrizia, per gli amici “Patri”, a raccontarci come è nato questo legame.

Patrizia Vintino racconta il rapporto con la sua gattina: «La porto sempre con me»

Chi è la sua simpatica amica a quattro zampe?
«La mia gattina si chiama Brigitte, anche se il suo nome completo è Brigitte Bardot, come la famosa attrice, cantante e modella. È ancora piccola, ha solo due anni. Non è di razza, ma ha un bellissimo pelo: è bianca e nera ed è morbidissima».

Come vi siete incontrate?
«Dopo aver avuto, nell’arco della mia vita, tre cani, desideravo tanto un gatto. Così mi sono messa a cercare qualcuno che avesse una cucciolata e, passato un po’ di tempo, una signora che conosco mi ha portato Brigitte. Da quel momento in avanti abbiamo sempre avuto un rapporto esclusivo, tanto che ora Brigitte è completamente addomesticata: sembra un cagnolino! Io cammino molto e la porto sempre con me in tutti i luoghi che frequento: dall’Esselunga, ai negozi, alle vie della città. Brigitte è bravissima: sa attraversare la strada sulle strisce bianche e mi segue dappertutto. Spesso la tengo al guinzaglio, ma quando è stanca la metto nel carrellino della spesa e lei sta ferma lì, si lascia trasportare».

È difficile avere un rapporto del genere con un gatto… come ci è riuscita?
«Rispetto ai cani, il gatto è un animale più difficile da addomesticare: ha la sua testa e, soprattutto, fa quello che vuole. Io sono sempre stata con lei fin da quando era piccola, l’ho presa che aveva solo due mesi e da quel giorno non ci siamo mai separate. Forse sono riuscita a fare in modo che si fidasse così tanto di me perché l’ho sempre accettata per quella che era: una gattina estremamente curiosa e intelligente, ma anche esigente e viziata. All’inizio abbiamo avuto le nostre litigate: per l’inverno, ad esempio, le avevo fatto un vestitino di lana, ma non le piaceva e, invece di metterlo, l’ha rotto tutto; oppure, inizialmente la portavo in giro in passeggino, ma evidentemente preferisce il carrello della spesa siccome sul passeggino faceva sempre pipì e si lamentava. Alla fine abbiamo imparato a convivere l’una con l’altra e ora andiamo d’amore e d’accordo».

Che cos’è Brigitte per lei?
«Brigitte è diventata la mia migliore amica, so per certo che non mi tradirà mai. Nei pochi momenti in cui la lascio da sola, magari dentro a un negozio o da un’amica, miagola molto, quasi come se chiamasse me, la sua mamma. L’ho fatta diventare praticamente una bambina. Non potrei prendere altri gatti, perché Brigitte è gelosa sia dei gatti, sia dei cani, sia degli uomini. È la mia compagnia e la mia vita, oltre ad essere una gatta incredibile».

Ci sono tante persone che vi fermano in giro?
«Tantissime. Brigitte è diventata la mascotte dell’Esselunga. Addirittura le persone salutano prima lei e poi me: le chiedono come sta, dove siamo andate o cosa ha mangiato. È una comica. Ormai è entrata nel cuore di tanta gente: ricevo aiuti per lei da alcune associazioni, dagli amici e a volte anche dalle persone che incrociamo per strada. È coccolata da tutti: c’è addirittura gente che le porta il prosciutto e lei, viziata com’è, apprezza sempre. Una menzione speciale in questo senso va all’avvocato Milotta, che andiamo a trovare spesso e che tratta Brigitte come una regina. Se mai le capitasse qualcosa “sarei fritta”, perché tutti la adorano e amano stare con lei. Ringrazio di cuore tutte le persone che abbiamo intorno per l’aiuto, il supporto e l’affetto» conclude.

Viola Borio

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