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Pagamenti in contanti o utilizzo delle carte elettroniche? I commercianti cittadini si dividono

Nei giorni scorsi il governo ha abolito l’obbligo dell’utilizzo del Pos per spese inferiori ai 60 euro.

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Vuole pagare lecca lecca col bancomat

La questione pagamenti elettronici infiamma i commercianti del centro storico di Biella.
È notizia di queste settimane l’approvazione in bozza della normativa nazionale che prevede la cancellazione dell’obbligo di accettare pagamenti con carta al di sotto dei 60 euro. Il disegno di legge ha creato in realtà un po’ di confusione, il testo lascia spazio ad una interpretazione poco lineare: si parla di sanzioni rimosse in caso di non accettazione, ma non si cita la caduta dell’obbligo di acconsentire l’uso del Pos. Insomma, niente di definitivo e tanto caos. Pareri discordanti quelli raccolti tra gli esercenti delle vie di Biella, sinonimo di quello che la legge non è riuscita a trasmettere in termini di chiarezza.
Testimonianze che spaccano la città tra chi appoggia completamente la nuova manovra e chi invece cerca di mantenere invariate le vecchie abitudini, un calderone di pareri che riassumono la situazione attuale. Tra ristoratori e baristi, questo il pensiero di Lorenzo Coda Zabetta, titolare del bar Galleria: «Per noi bar e caffetterie il Pos a volte può essere molto svantaggioso. Diciamo che sta un po’ al buon senso della clientela: se mi paghi un caffè con la carta ti dico “ok, però la prossima volta magari portati dietro la moneta”. Sulle altre tariffe sono più flessibile, a pranzo o durante gli aperitivi accetto volentieri anche la carta, dobbiamo venirci incontro, non serve a niente sconvolgere abitudini di tutti i giorni».
Cambia invece il discorso per ciò che concerne le tabaccherie, già fuori dall’obbligo Pos per valori bollati e sigarette. «Chi frequenta il negozio conosce già le regole in vigore, non si sono mai verificati casi spiacevoli – racconta Richardson, gestore della tabaccheria Pandora di Via Italia, «Devo dire che probabilmente nelle tabaccherie si è ancora abituati ad utilizzare i contatti piuttosto che altri metodi, non credo che questo cambiamento porti a grandi stravolgimento per le attività come la mia».
Sulla stessa linea anche un’altra tabaccheria di Via Italia, queste le parole del proprietario Giorgio Turati: «È agevolante per il mio negozio il fatto di essere all’interno di questo cambiamento già da tempo. Bisogna però ricordarsi che non vendiamo solo tabacchi, tutti gli altri prodotti possono ancora essere pagati con carta anche con spesa minima, va fatta chiarezza su questo punto per non doversi trovare poi a litigare creando dinamiche spiacevoli per tutti».
Ha aperto da poco l’attività Pietro Capraro con il bar La Favola di Via Italia, ma ha già le idee molto definite sulla questione: «Inutile nascondersi, il Pos genera diversi problemi ai bar, siamo da sempre la categoria più colpita. Basti pensare che su un caffè la commissione è di circa 15 cent, sono proporzioni sbilanciate. Io ho inaugurato da poco, mi sono spostato da Cossato e logicamente devo cercare di essere flessibile, è bene che sia così, ma le condizioni attuali sono molto svantaggiose. Nel weekend durante le serate con i ragazzi è ancora più difficoltoso, in tanti usano il cellulare per pagare qualsiasi cosa e con la nuova normativa bisognerà capire bene come comportarsi, sono questioni molto spinose».
Chi invece non vuole alterare quello che è stato fino a qui il rapporto negoziante-cliente è il punto vendita pasticceria De Mori, queste le dichiarazioni della titolare Loredana: «Non ci sarà cambiamento. Sposiamo la linea del pagamento libero, anche sul singolo articolo ci sarà sempre l’opportunità di saldare il conto con Pos. La nostra clientela può stare tranquilla, ci sentiamo di proseguire su questa traccia».
Ad accettare ogni tipo di transazione sarà anche Ivana Iachi, nuova gestrice da un anno del negozio di caramelle Coco Crazy: «Diventerebbe impossibile non permettere l’uso del Pos, abbiamo a che fare con ragazzini che vengono da noi magari appena dopo la scuola. In tanti si ritrovano senza monete, hanno solo la prepagata sul telefono e pagano con quella. Cosa dovrei fare? Dire di no a priori è autodistruttivo, è un meccanismo che non si può sconvolgere. Andremo avanti per la nostra strada, non c’è altro modo». Cambiando genere, anche barbieri e parrucchieri sono stati investiti dalla nuova prospettiva. Dice la sua il barbiere Renzo Villaboni, proprietario del salone di Via Italia: «Personalmente ho inserito il Pos solo quando è stato reso obbligatorio. C’è ancora tanta gente che utilizza i contanti, almeno qui la tendenza è quella. Mi è capitato di avere a che fare con clienti che mi hanno detto “se non posso usare la carta non vengo più”. Non voglio creare questioni inutili, però ci fosse un incentivo diverso per noi negozianti, che possa farci preferire il pos ad altro, sarebbe tutto più facile. Creare nervosismi con le persone che scelgono di venire da me non giova, questo va capito e in qualche modo il problema bisogna risolverlo». Massimiliano Gaggino, titolare di un salone parrucchieri per donna in via Losana, ha un’opinione netta sull’argomento: «Io la trovo una mossa intelligente. I pagamenti elettronici non agevolano e in questo senso cercare una via per non permettere l’utilizzo della carta per somme irrisorie è un passo avanti per tutti quelli che hanno un’attività come la mia. Pago le tasse da sempre, non vedo perché non sfruttare la normativa per una volta che se può trarre qualche piccolo beneficio».
Davide Romagnoli

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