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“Oltre la Speranza all’epoca del Covid-19” di Daniele Basso

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“Oltre la Speranza all’epoca del Covid-19” di Daniele Basso

Un progetto di “esistenza digitale per la sopravvivenza nel mondo reale”.

Si chiama “Oltre la Speranza all’epoca del Covid-19”, l’iniziativa promossa dall’artista Daniele Basso. Si tratta di una serie di riflessioni d’arte con ricadute concrete nella vita quotidiana.
Basso è un artista italiano noto per i lavori in metallo lucidato a specchio. Opere che inducono una maggiore coscienza di noi stessi nella ricerca della nostra identità. Ha partecipato a tre edizioni della Biennale d’Arte di Venezia, con mostre e opere in diverse parti del mondo, tra cui Carrousel du Louvre (Parigi), Università del Seraphicum (Vaticano), GNAM (Roma), Expo 2015 (Milano),
«Oggi che la cultura rischia di essere trascurata – spiega Basso -, che la paura potrebbe aver aperto le porte a nuove forme di controllo, che l’urgenza impone attenzione concreta alla scienza e alla sanità. Io credo più che mai nell’utilità dell’arte come conoscenza ed esperienza, ma soprattutto come necessità di esistere. Poiché nulla meglio dell’arte è testimonianza di vita. Nulla più dell’arte dice chi siamo. Con questo progetto mi sono chiesto come rendere l’arte partecipe alla costruzione di un nuovo quotidiano per un mondo migliore? Così ho ritrovato nel mio lavoro di anni, diverse opere che sono soprattutto messaggi, perfette per questo momento, e le ho raccolte, per condividerle settimanalmente sui social (Facebook, Istagram e LinkedIn), e proporre riflessioni che ognuno di noi potrà trasformare come crede in azioni quotidiane nuove, ricche di una rinnovata coscienza nella vita e nell’importanza delle proprie piccole ma costanti scelte quotidiane».
“Oltre la Speranza”, un progetto d’arte e pensiero di esistenza virtuale, nella rete, per assicurarci la sopravvivenza qui, nel mondo reale, verso una rinnovata quotidianità. E’ una raccolta a episodi settimanali di riflessioni espresse con l’arte e negli anni, riviste e contestualizzate a caldo, in questi giorni di silenzio. Per ispirare, quanto possibile, pensieri positivi e costruttivi per il domani. Per superare l’isolamento e non sentirsi soli. Per reagire alla situazione contingente costruendo la nostra strada verso il
futuro che desideriamo.
Fino all’8 luglio, ultima uscita prevista, ogni martedì uno spunto per riflettere. Si parlerà di Natura che chiede rispetto e che tutto sommato ci è indifferente e ci sopravviverà. Di cambiamento come unica vera costante della vita, che ci offre la possibilità di evolverci come individui e come Umanità.
Di paura amica, che ci avvisa del pericolo, ma che non dobbiamo lasciare ci annienti con l’immaginazione, per vivere nella forza della conoscenza di un’esistenza libera. D’inseguire le cose importanti e non solo quelle urgenti, che spesso sono solo “le cose importanti” di altri. Di dignità, meglio dell’orgoglio, che ci spinge a fare la cosa giusta e non sempre solo la cosa di comodo. Di credere, non necessariamente in Dio, per dare senso e significato alla vita. Di capacità di stupirsi della bellezza della vita ad ogni età, in modo che le esperienze continuino a cambiarci e ad insegnarci. Di coraggio e desiderio di superare i nostri limiti individuali e collettivi. Di confini, di muri, di porte e di nuove opportunità. Di ricostruzione, nella coscienza di essere italiani, perché nel “Saper Fare” e nella “Comunità” risiede la forza indomita della nostra cultura e della nostra identità. Noi siamo ciò che scegliamo e che facciamo. Di Bellezza “quale confronto quotidiano necessario” per immaginare il futuro in cui vivere. Di questi ed altri temi si parlerà, attraverso la ricerca artistica, oggi più che mai utile nell’immaginare la nostra società di domani. Arte come speranza. Arte come conoscenza. Arte come esperienza. Ma anche come necessità di comunicare. Di esistere! Poiché nulla meglio dell’arte è testimonianza di vita. Nulla più dell’arte dice chi siamo.
In modo che, insieme al dolore per chi non c’è più, alla riconoscenza e ammirazione per chi ha contribuito a contrastare e contenere la malattia, alle nuove abitudini, alle nuove restrizioni, si possa ritrovare una nuova consapevolezza collettiva della fragilità della vita.
«Per riscoprire i ritmi della biologia – spiega l’artista -, e assoggettare le tecnologie ad essi, non il contrario. Per recuperare un’eredità, un insegnamento dal Covid-19… verso il progetto di un futuro migliore in cui vivere. Poiché questa sfida è nostra. Ce lo dice la Storia. E occorre che la viviamo coscienti di essere i protagonisti dell’Umanità intera. Al confine col Medioevo, possiamo ancore scegliere un nuovo Rinascimento. La paura ci può bloccare, o rendere liberi di muoverci. A tutti noi la scelta. Citando Adriano Olivetti, “Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande».

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