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Ognuno ha i poteri forti che si merita

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Una vice dichiarazione di un vice sceriffo, che per caso è anche vice sindaco, annuncia che dopo attente indagini personali ha finalmente scoperto la causa d’ogni male accaduto al suo principale e, allargando le braccia, rivela: è colpa dei poteri forti. Lo fa scrivendo ai giornali e sui social, ambiente in cui sguazza parecchio a suo agio trollando qua e là, e dove ha dato ampia dimostrazione della sua statura politica molestando incessantemente l’amministrazione precedente con uno zelo che, se fosse stato per qualcosa di utile, si potrebbe definire encomiabile.

Sembra essere un chiaro esempio di quando il potere logora chi ce l’ha e chi è causa del suo mal non sempre piange se stesso. Dico così perché a luoghi comuni e frasi fatte s’ha da rispondere con la stessa retorica, per essere comprensibili. Neanche fosse un grillino qualsiasi.

Io però me li sono immaginati, i poteri forti e le lobby cittadine e l’establishment locale, tutti riuniti nel fumoso retro di un locale, scervellarsi su come disarcionare questo sindaco paladino che ha vinto le sue elezioni contro tutti e contro tutto. Lui che con il suo popolo – 300 popolani in più rispetto all’altro popolo – è stato più forte di tutto e di tutti. Me li vedo, dopo ore di proposte azzardate scovate sfogliando il catalogo della macchina del fango, esultare per il colpo di genio e affidare ai consulenti esterni di un comune limitrofo il grato compito: appostarsi a ogni ora del giorno e della notte sotto casa del prode a fotografargli l’auto per sputtanarlo in Procura e poi via, tutti a casa che tanto ci sentiamo via Whatsapp sul gruppo “Poteri forti”.

Che volete, ognuno ha i poteri forti che si merita. E noi, probabilmente, al massimo ci meritiamo i poteri folli. Mentre il vice per vocazione sproloquia su strumentalizzazioni e indagini su fatti veramente ridicoli, senza rendersi conto che è proprio quello il problema: incasinarsi su fatti veramente ridicoli. Infatti vien da chiedersi cosa succede su ciò che ridicolo non è.

Poi c’è la questione, buona per tutte le stagioni sia per le maggioranze che le minoranze, del mostro sbattuto in prima pagina. Perché pure i media indossano la casacca dei poteri forti. E allora non mi serve neanche troppa immaginazione a pensarmi in riunione segreta col mio direttore e una bottiglia di buon Cabernet, mentre parliamo d’ogni cosa scordandoci persino della faccia e del nome del sindaco e del suo vice. Ma noi giornaletti di provincia siamo così: ci basta poco, perché in genere c’è veramente poco che ci distragga dal tedio quotidiano e assai provincialotto di cui ci tocca far cronaca.

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