Seguici su

Attualità

Oggi l’anniversario dell’alluvione nella Valle di Mosso

Sono passati 56 anni dalla tragica notte tra il 2 e 3 novembre 1968

Pubblicato

il

Oggi l’anniversario dell’alluvione nella Valle di Mosso

Oggi l’anniversario dell’alluvione nella Valle di Mosso. Sono trascorsi 56 anni da quella tragica notte tra il 2 e il 3 novembre del 1968, quando a causa delle forti piogge i detriti e il fango devastarono la provincia di Biella. Nella sola Valle Strona di Mosso si registrarono 58 vittime, centinaia di feriti e danni incalcolabili.

In quella zona pioveva già da diversi giorni. Ma fu proprio in quelle ore che si raggiunse il culmine e dalle colline si staccarono frane che portarono a valle case, alberi, detriti e addirittura interi capannoni industriali.

Oggi l’anniversario dell’alluvione nella Valle di Mosso

Nella mattinata del 3 novembre, i primi soccorritori raggiunsero la zona e si ritrovarono di fronte a un disastro. Alcuni riferirono che franarono a valle persino i cimiteri e si dovettero recuperare bare e corpi sparsi ovunque. La zona che maggiormente subì gli effetti dell’alluvione fu senza dubbio la Valle di Mosso, proprio a ridosso del torrente Strona di Mosso.

In piena notte caddero oltre 150mm d’acqua, il fiume si gonfiò a dismisura e straripò trascinando con sé intere abitazioni. Ma le piene non risparmiarono neppure le valli dell’Elvo, di Sessera e Sesia, inghiottite dalle frane. Oltre allo Strona, furono il Quarnasca e il Ponzone i torrenti che provocarono i maggiori danni trasportando le acque fangose provenienti dal bacino idrografico del Biellese orientale.

Tragedia immane

Aziende isolate, reparti e capannoni completamente sommersi dal fango e tante pale. Quelle dei cittadini che fin dal primo momento si rimboccarono le maniche per poter raggiungere un sogno: quello di tornare al più presto alla normalità. In scena l’esercito, oltre alle forze dell’ordine e ai vigili del fuoco giunti da tutto il nord Italia. Anche i radioamatori furono determinanti visto che le linee telefoniche erano fuori uso.

Il primo a lanciare l’allarme fu Tito Tullia Galoppo di Strona, nominativo radioamatoriale I1ama. «Sono passati 56 anni da quella tragica notte, ma nei miei pensieri – ricorda – sento ancora il forte rumore dell’acqua che veniva giù incessantemente. Ho 93 anni e la cosa che più mi fa soffrire è che morirò con una ferita nel cuore che mai si è rimarginata».
LEGGI ANCHE: Quell’acqua che 30 anni fa tornò a seminare distruzione

Mauro Pollotti

Continua a leggere le notizie de La Provincia di Biella e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *