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Oggi alle ore 16 inaugura l’“Ale_Messi Coffe Bar” a Candelo

A sette mesi dalla tragedia di Busonengo nella quale ha perso la vita Alessandro Messina, la madre rileva un bar e lo dedica a lui

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CANDELO – « Alla fine ho pensato, perché no? E così ho deciso di rilevare il bar in cui lavoro. Il “problema” era solo trovare il nome giusto e lì è arrivata in soccorso mia figlia Angelica suggerendomi di chiamarlo “Ale Messi Coffee Bar”. Oggi, quindi, alle 16 ci sarà l’inaugurazione. Come andranno le cose lo vedremo, per adesso sono contenta di iniziare questa nuova avventura».

Inizia così il racconto di Francesca Docimo, mamma di Alessandro Messina, il 17enne scomparso a giugno dello scorso anno nel tragico incidente di Busonengo insieme agli amici Raffaele Petrillo e Carmine Marotta (con loro c’era anche Stefano Tiani, alla guida dell’auto, che si trova ancora ricoverato in ospedale). Il bar si trova in via Sandigliano 168 a Candelo.

«Quando l’attuale proprietario del locale – continua Francesca Docimo – mi ha detto che aveva intenzione di lasciare l’attività e mi ha chiesto di subentrare nella gestione ho pensato che l’idea non mi sarebbe dispiaciuta. Adesso lavoro solo quattro ore al giorno, ho troppo tempo per pensare… Da quando Ale non c’è “farlo” è stremante, per cui ne ho parlato con mia figlia Angelica e le ho chiesto cosa ne pensasse. Nonostante abbia solo 10 anni è una bambina molto sveglia e mi ha detto “basta che non mi lasci troppo sola” e poi si è messa a pensare ad un nome per il bar che le ricordasse suo fratello e così è venuto fuori “Ale Messi Coffee Bar”. Mio figlio sui suoi profili Social si chiamava, appunto Ale Messi».

«Anche Ale amava venire nel “nostro” bar – racconta la mamma – lui e i suoi amici passavano spesso quando organizzavamo qualcosa e lui mi diceva “se hai bisogno vengo a darti una mano”. Era un ragazzo molto responsabile, aveva da poco iniziato a lavorare come magazziniere; la scuola che aveva scelto non gli piaceva e quando se n’è reso conto ha deciso di lasciarla e darsi subito da fare. Anche in casa aiutava, faceva i lavori, stendeva il bucato, puliva la cucina. Certo qualche difetto lo aveva anche lui, ma il bello era che sorrideva sempre. Per me non era solo un figlio, era anche un amico e un sostegno. Quella tragica notte prima di uscire con Raffaele, Carmine e Stefano aveva fatto tutto quello che c’era da fare in casa e così gli ho detto che poteva andare a divertirsi. Erano due bravissimi ragazzi e anche Stefano è un bravissimo ragazzo . Mi ricordo che ogni tanto passavano anche loro al bar e io per scherzare dicevo a Stefano: “vuoi una birra?”. Lui mi rispondeva sempre: “No Fra devo guidare, per me solo Coca Cola, Ale lo porto io, stai tranquilla”».

«Purtroppo il destino aveva altri piani e così Ale ha smesso di vivere a 17 anni e venti giorni. Non penso che per una mamma nella vita – e così conclude Francesca – possa esserci di peggio. Tuttavia devo ammettere che l’amore e l’affetto dimostrato dalle persone, a partire dagli ex colleghi e dai responsabili di Esselunga, per cui ho lavorato per 11 anni, fino ad arrivare ai clienti del bar che, quando ho i momenti di sconforto e magari mi viene da piangere mi abbracciano e aspettano che mi passi, mi dà una grande forza. Oltre ad Angelica, inoltre, ho la fortuna di avere sempre vicino mio papà Domenico, mia sorella e le mie amiche, questo è impagabile. Per assurdo poi ho scoperto delle cose di Ale anche adesso che non c’è più; ad esempio, mio figlio era appassionato di musica, incideva anche dei brani musicali, e questo ovviamente lo sapevo ma quello che non sapevo e che non voleva farmi ascoltare i suoi pezzi perché all’interno dei brani diceva delle parolacce. Lui a casa non le diceva mai. Pensandoci mi fa sorridere che si vergognasse di farmi sentire che diceva delle brutte parole… Adesso che li ho ascoltati, però, con mia figlia, che ormai è una “titolista” provetta e ha pensato anche al nome della raccolta, abbiamo deciso di far uscire un album di Al dal titolo “Che ne sai di noi?”. E’ quasi tutto pronto, manca solo gli ultimi dettagli».

 

mfp

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