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Nuova vita per 52 animali ospitati nel Rifugio degli asinelli

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A tre anni di distanza dall’operazione di sequestro avvenuta nel territorio del comune di Colleferro, in provincia di Roma, gli equini salvati dalla malvagità umana sono definitivamente salvi.

A tre anni di distanza dall’operazione di sequestro avvenuta nel territorio del comune di Colleferro, in provincia di Roma, gli equini salvati dalla malvagità umana sono definitivamente salvi. Lo rende noto con evidente soddisfazione Barbara Massa, responsabile del “Rifugio degli asinelli” di Zubiena presso il quale avevano trovato ”umana” ospitalità 52 tra asini, muli e bardotti  liberati.
«L’avevamo promesso ai sostenitori della Fondazione Il Rifugio degli Asinelli – afferma  – e soprattutto l’avevamo promesso a loro, agli asini, ai muli, ai bardotti e ai cavalli coinvolti nel più grande caso di sequestro di equini mai avvenuto in Italia: nessuno di loro tornerà più a Colleferro  salito alla cronaca come teatro degli orrori per centinaia di animali, abbandonati a se stessi e lasciati morire di stenti. Il nostro legale, avvocato Gianpaolo Di Pietto, ha confermato la notizia che tutti aspettavamo: è stato firmato l’accordo con cui viene definitivamente ceduta la proprietà degli oltre 200 animali coinvolti nel “sequestro Colleferro” e dei puledri nati dalle asine e dalle cavalle gravide al momento del recupero Dopo il sequestro giudiziario per tutti loro si aprono le porte dell’adozione definitiva da parte di chi se n’è preso cura in questo tempo».
Un caso lungo e complesso, quello del “Sequestro Colleferro”, iniziato nel 2013 e il cui esito è rimasto a lungo incerto, tra speranza e timore: nonostante le testimonianze e le prove raccolte, infatti, la denuncia portata avanti daI Nas e della Task Force del Ministero della Salute rischiava di arenarsi in un nulla di fatto, a causa dell’età avanzata dell’imputato, ultra ottantenne, e della richiesta di infermità mentale, che non l’avrebbe reso imputabile, vanificando, di fatto, il processo.
Per evitare questo rischio, che avrebbe significato far tornare centinaia di animali nella stessa condizione in cui avevano faticosamente scampato la morte, la Fondazione Il Rifugio degli Asinelli aveva dato mandato all’avvocato Di Pietto di procedere parallelamente con un’altra causa, rivolta, questa volta, a parenti ed eredi dell’imputato: in accordo con la legge italiana, infatti, in caso di danni e crimini da parte di una persona incapace di intendere e di volere è possibile rivalersi sui congiunti, in quanto tenuti legalmente a sorvegliarla. Una mossa che si è rivelata vincente e che ha convinto l’imputato a cedere la proprietà di tutti gli animali coinvolti. Che ora vivranno in condizioni “umane” a Zubiena.  

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