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Non facciamo ballare i pinguini al chiostro

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BIELLA -Vi sono dei luoghi in ogni città che hanno una loro sacralità.
Nulla a che vedere con la religione, qualunque essa sia. Ma piuttosto con la storia, la cultura, le vicende che hanno scandito la vita di una comunità.
Biella annovera tra questi luoghi, tra gli altri, il teatro Sociale “Villani” ed il Museo del Territorio, con tutto il complesso che ne è parte integrante, cioè il chiostro di San Sebastiano e l’adiacente omonima basilica.
Se tutto questo è vero, lasciatemi dire che trovo a dir poco discutibile il fatto che il bar adiacente al teatro Sociale “Villani”, ogni estate e da ormai diversi anni, allestisca il suo dehor andando ad occupare tutta l’area antistante gli ingressi del teatro, cioè spazi destinati all’accesso di quello che è uno dei principali poli culturali della città.
Sia chiaro, nulla contro i dehor, anzi.
E sono anche consapevole del fatto che nella stagione estiva il teatro rimane chiuso.

Ma sinceramente, per una semplice questione di rispetto della struttura, vedrei più volentieri sedie e tavolini nell’antistante piazza Martiri della Libertà, fors’anche in una dimensione più ampia, ma non collocati lì dove sono ora, a nascondere ed ostruire i portoni d’ingresso dell’unico teatro storico della città. E trasferiamoci nel chiostro di San Sebastiano, zona di transito obbligato per l’accesso al Museo del Territorio. Questa struttura, pur con tutte le polemiche che da sempre ne animano la gestione, è il principale polo culturale della città e fors’anche del circondario, visto che il territorio che in esso dovrebbe essere rappresentato non dovrebbe essere solo quello del capoluogo. Orbene, è indiscutibilmente vero che dopo una triste e noiosissima quarantena come quella impostaci dal covid, la gente sente il bisogno di ritrovare il sorriso e la voglia di vivere. Però, celebrare il Ferragosto portando nel chiostro di San Sebastiano un personaggio che in un recente passato fu uno dei protagonisti indiscussi delle più rinomate balere italiche, per sentirlo cantare a squarciagola “Ciapa la galeina” o “Il ballo del pinguino”, francamente mi pare, a dir poco, dissacrante. Nulla contro le balere né contro “la galeina”, ma io credo che ogni evento meriti la sua giusta collocazione. E il ballo liscio mi pare che con i reperti celtici, la mummia ed i quadri di Delleani abbia poco da spartire. Ed ancor meno con ciò che quel chiostro rappresenta, con l’adiacente Basilica ove sono conservate le spoglie del generale La Marmora e dove alla sacralità storica si somma quella religiosa. Biella è piena di piazze ove si possono, a ritmo di musica, inseguire le galline e fare ballare i pinguini. Perché proprio nel chiostro di San Sebastiano? Ovviamente ciò non significa che il chiostro non possa ospitare eventi e spettacoli, ma possibilmente di una cifra culturale più consona al luogo. E’ solo una questione di rispetto per quella che è la storia di tutti noi.
Giorgio Pezzana

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