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«Non dobbiamo avere paura di buttarci o di essere giudicati, niente rimorsi»

Lucia Goio frequenta il Liceo Linguistico del Cossatese e racconta il suo viaggio studio in Canada

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COSSATO – Lucia Goio, che frequenta la 5E del Liceo Linguistico di Cossato e ha vissuto sei mesi in Canada, sull’isola di Victoria di fronte a Vancouver, racconta il suo viaggio di studio.

«Uno dei motivi per cui consiglio l’esperienza all’estero è per la possibilità di mettere a confronto la propria società, le proprie abitudini, con un’altra realtà dalla quale si potrà imparare a comprenderne i punti di forza, vederne i lati positivi e i lati negativi. Una cosa che mi ha molto colpito è l’idea che i giovani canadesi hanno di indipendenza dai genitori, anche economica, a partire dai 15 anni, quando iniziano a lavorare. Lo Stato facilita la conquista di indipendenza con leggi che permettono agli studenti di andare scuola, fare sport e lavorare, con orari che tengono conto dei loro impegni. Per loro è importante la vita scolastica, ma anche quello che c’è al di fuori, ovvero la crescita come persone indipendenti».

La permanenza però, come racconta Lucia, non ha permesso di instaurare subito grandi amicizie. «Ero preparata al fatto che tendenzialmente i ragazzi del posto non sono interessati a fare amicizia, sanno che dopo sei mesi torniamo a casa, rischiando di creare ricordi che possono far star male. Una posizione comprensibile. Non hanno intenzione di stravolgere la loro vita. Per noi però fare amicizia è bellissimo perché ti mostrano la loro realtà.

Il primo giorno, nella classe di biologia, mi sono avvicinata a una ragazza canadese e le ho chiesto se potevo sedermi accanto a lei e ho iniziato a dirle qualche cosa: lei si è girata dall’altra parte e mi ha ignorata per due ore. Non proprio carino diciamo, anzi, un po’ un colpo al cuore. Non mi sono fermata, ho continuato a buttarmi: alla fine, a maggio, giugno, avevo tanti amici, mi sono anche fidanzata, e ho creato dei legami speciali che continuo a mantenere».

Un suggerimento per chi volesse intraprendere lo stesso percorso? «Un consiglio pratico: pensate a cosa mettere in valigia. Inutile portarsi tante cose, il 40% non servirà. Tanto qualcosa là lo comprerai di sicuro e la valigia sarà piena. Parlando di cose più serie: non avere paura di buttarti, di essere giudicato. Chi va all’estero non deve tornare a casa con dei rimorsi».

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