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“No alla privatizzazione dell’acqua pubblica”

La posizione del Partito Marxista Leninista italiano di Biella

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Il 12 e 13 giugno 2011 il 93% dei biellesi, attraverso un referendum popolare, espresse chiaramente la volontà di mantenere la gestione pubblica di un bene primario ed essenziale come l’acqua. Quel voto rispecchiò la consapevolezza della cittadinanza sulla cruciale importanza di garantire a tutti l’accesso equo e sicuro all’acqua. Eppure la recente riunione della Conferenza dei delegati dell’Autorità d’ambito Egato 2, svoltasi giovedì 21 dicembre a Vercelli, non ha raggiunto un accordo sulla gestione idrica per i prossimi 30 anni per le province di Biella e Vercelli, per Casalese e Valenzano in provincia di Alessandria, per due comuni della provincia di Novara e un comune della Città metropolitana di Torino. Il sindaco di Biella, Claudio Corradino, presidente di Egato 2, ha dichiarato alla stampa che la decisione è saltata per una questione meramente procedurale. La prossima riunione è stata fissata per il 31 gennaio 2024. Tuttavia l’Organizzazione biellese del Partito marxista-leninista italiano (PMLI) ritiene che la mancanza di accordo sia imputabile alle divergenze politiche tra sostenitori del mantenimento della gestione pubblica  e coloro che preferirebbero una soluzione mista. Nel vercellese, a differenza di Biella dove la gestione di Cordar è totalmente pubblica, ASM Vercelli è una società mista con il 60% di partecipazione privata di IREN. Alcuni funzionari hanno illustrato i vantaggi di questa formula mista evidenziando tariffe più basse ed elevati livelli di investimenti attuali in ASM Vercelli, stimati a circa 50 milioni di euro, da parte di IREN. La lode al sistema misto pubblico-privato da parte di alcuni dirigenti pubblici suscita legittimamente la domanda: chi trarrà vantaggio dalle scelte che verranno adottate durante la prossima riunione del 31 gennaio? Va brevemente ricordata la triste storia delle privatizzazioni italiane degli anni ’90, dalle assicurazioni alle telecomunicazioni, dalla luce al gas tali liberalizzazioni, senza adeguate regolamentazioni da parte dello Stato, consentirono alle compagnie private di fissare arbitrariamente prezzi e standard di servizio, portando alla formazione di monopoli o oligopoli privati. In questo scenario non venne garantito il pieno adempimento degli obblighi nei confronti del servizio pubblico. In pochi anni le tariffe aumentarono in modo esponenziale ai danni della popolazione. Un altro aspetto preoccupante riguardò l’impatto della privatizzazione sui costi di produzione che tendevano a diminuire, favorendo gli azionisti delle società, a discapito dei lavoratori dipendenti le cui condizioni lavorative peggiorarono, oltre alla terribile ondata di licenziamenti di quegli anni. L’Organizzazione biellese del PMLI sostiene fermamente che l’acqua è un bene vitale e irrinunciabile per la vita sulla Terra e che il diritto al suo utilizzo deve essere garantito a tutti, senza fini di lucro. Le fonti idriche, gli acquedotti e i servizi di depurazione sono beni pubblici essenziali e inalienabili, appartenenti al popolo. Non possiamo permettere a interessi capitalisti italiani e stranieri di sfruttare questa risorsa né permettere agli enti locali di consegnare la gestione dei servizi nelle mani di multinazionali e speculatori. Questa lotta non riguarda solo la privatizzazione, ma è anche una lotta per la democrazia e la ripubblicizzazione dei beni comuni. Chiediamo a tutte le associazioni e forze politiche ambientaliste e progressiste di unirsi nel
manifestare il loro sostegno affinché l’acqua resti per sempre un bene pubblico gestito attraverso il
servizio pubblico.

Per il PMLI.Biella
Gabriele Urban

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1 Commento

1 Commento

  1. Giovanni

    27 Dicembre 2023 at 21:36

    Concordo perfettamente, purtroppo le privatizzazioni in Italia, hanno solo portato aumenti per la popolazione,le società capitalist sono poche e i “cartelli” tanti. L’acqua deve essere pubblica per il bene di TUTTI.

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