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«Nella vita ci vuole coraggio. Bisogna osare»

Eleonora Maffioletti, 31 anni, racconta la sua esperienza prima di entrare nel mondo del lavoro

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nella vita ci vuole coraggio

«Nella vita ci vuole coraggio. Bisogna osare. Avrei voluto anch’io leggere, ai miei tempi, di qualcuno che avesse i miei stessi dubbi. Invece pareva che tutti avessero le idee chiare. Era come se cominciassero e completassero i percorsi di studio seguendo un binario. Nel mio caso non è andata così. Spero che la mia esperienza di vita sia di aiuto ad altri».

Lo dice Eleonora Maffioletti, classe 1993, che ha frequentato il Liceo del Cossatese, indirizzo Pni, Piano nazionale informatico, approfondendo lo studio della matematica.

«Raggiunto il diploma, avevo capito che la matematica non era cosa mia – spiega -. Il liceo mi ha dato un’ottima impronta come metodo di studio, però ancora oggi se vedo un numero non capisco niente. Ho tentato allora il test d’ingresso per Infermieristica, che ho superato, e ho iniziato il corso. Ma dopo poco, una mattina mentre ero in macchina con mia mamma, ho detto: “Questa è l’ultima volta che vado a scuola”».

«Nella vita ci vuole coraggio. Bisogna osare»

Per quanto sia una bella professione, non era adatta a lei?

Ho iniziato a fare dei lavoretti nei ristoranti di Torino. Non volevo rimanere sulle spalle della mia famiglia, che tra l’altro non aveva preso troppo bene la mia decisione di lasciare gli studi. Ho poi deciso di provare a entrare nella Marina Militare. Sarebbe stato un anno d’impegno, in cui avrei potuto risparmiare un po’ di denaro, visto che avevo vitto e alloggio pagato. Ho fatto la pazzia. Alla prima selezione non sono stata accettata, ma non mi sono demoralizzata e alla fine ce l’ho fatta.

Da lì è iniziata l’esperienza: due mesi a Taranto per l’addestramento e poi a Torre Del Greco, in provincia di Napoli, dove mi sembrava di vivere in un altro mondo. Parlavano quasi esclusivamente il loro dialetto. All’inizio c’è stato un limite linguistico, ma poi si è rivelata un’esperienza militare che secondo me tanti giovani dovrebbero fare. Oltre a essermi divertita tanto, ho messo da parte dei soldini e ho imparato a sbrigarmela. Ero sola, non conoscevo nessuno, ma ho imparato a cavarmela. Quindi la consiglio. Finito l’anno, sono tornata a casa e mi sono iscritta a Lingue.

Dopo tre anni mi sono laureata e il giorno successivo ho trovato lavoro a La Spezia, poiché l’allora mio compagno, oggi marito, è ufficiale di Marina. Ho lasciato Cossato e ho lavorato per due anni insegnando inglese, con uno stipendio non soddisfacente. Ho ripreso gli studi come programmatrice web e da quasi sei anni è diventato il mio lavoro. Ce l’ho fatta perché penso di essere super fortunata. Avevo un amico che cercava una figura come la mia da formare e mi ha assunta. Da poco ho concluso il percorso con l’azienda e presto ne inizierò un altro.

Eleonora, è stata un’avventura che l’ha aiutata a crescere?

Certamente. A volte, quando si è giovani, si guardano le cose da vicino e sembra di vivere un fallimento enorme, come quando ho lasciato il corso di Infermieristica. Inoltre mi spiaceva aver deluso i miei famigliari. Poi però ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di osare, come per me la scommessa di entrare in Marina, visto che non ero mai andata via da casa.

Ero la classica ragazza che aveva appena finito il liceo, senza esperienza all’estero. Mi sono detta: proviamo. Alla fine non è stato uno sbocco di carriera, ma mi ha dato piccoli saggi di vita che oggi mi aiutano. Sono sviluppatrice web, sviluppo codici per siti e applicazioni. Nella vita penso serva essere curiosi anche di cose distanti da noi.
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